Perché gestire lo sviluppo CAD di prodotto con il PLM?

Perché gestire i dati CAD 3D con il PLM?

Secondo una ricerca condotta da RAAD Research i prodotti tecnologicamente avanzati non possono più essere sviluppati senza il supporto di un sistema PLM che garantisca una efficace fase di R&D e un time-to-market ridotto secondo quanto previsto dal mercato attuale. Grazie ad una puntuale gestione del ciclo di vita del prodotto i limiti della capacità di archiviazione del file system e il problema del backup dei dati vengono in tal modo superati facilmente.
Il PLM consente di memorizzare in modo sicuro nel proprio database la conoscenza e il know how associati al prodotto (propri dei sistemi di modellazione solida 3D) ed è per questo motivo che risulta indispensabile l’integrazione tra CAD (MCAD e ECAD) e PLM, in modo da condividere tale risorsa sempre aggiornata e coerente con tutta l’azienda: in tal modo tutti i dipendenti che sono abilitati a farlo possono accedere alle informazioni principali e più importanti, indipendentemente dal sistema CAD e ERP.

I vantaggi del PLM nella gestione dei dati CAD

  • Controllo e monitoraggio dei processi di approvazione e di modifica per garantire la sicurezza dei processi.
  • Controllo e monitoraggio delle informazioni correlate a CAD, come i programmi CN, i piani di lavoro e disegni neutri appartenenti ad un modello specifico.
  • Tracciabilità garantita attraverso la gestione delle versioni e delle varianti.
  • Lavoro in parallelo / simultaneous engineering / working-around-the clock sempre nella versione aggiornata.

Gli elementi funzionali del PLM nella gestione dei dati CAD

  • Fornitura dei dati CAD in una memoria protetta
  • Creazione di versioni e varianti per monitorare e garantire la coerenza di tutti i riferimenti tra modelli CAD
  • I singoli componenti possono essere modificati o cancellati senza condizionare gli assiemi esterni
  • Supporto per la parametrizzazione e la strutturazione delle famiglie di elementi
  • Liste ˈwhere usedˈ e distinte base in diversi formati
  • Fornitura di parametri geometrici dal sistema CAD negli elenchi delle caratteristiche del sistema PDM

Il PLM apporta benefici a tutta l'azienda

L’introduzione inoltre di una soluzione PLM come PRO.FILE consente l’ottimizzazione dei processi di sviluppo R&D.

I vantaggi si possono rilevare in tutte le fasi del ciclo di vita, dallo sviluppo all’organizzazione del lavoro, dalla produzione fino al service post-vendita.

Benefici economici (misurabili):

  • accelerazione dei processi e dell’iter approvativo con processi di escalation
  • riduzione dei costi grazie al riutilizzo dei pezzi già progettati (sia meccanici che elettrici/elettronici)

Vantaggi indiretti:

  • Più rapido accesso ai mercati
  • Miglioramento della qualità dei prodotti

Sei alla ricerca di una soluzione PLM per gestire i tuoi dati CAD? Vuoi condividere la conoscenza salvaguardando la sicurezza dai dati? Prenota una demo di PRO.FILE e scopri anche tutte le altre interessanti funzionalità.

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gestione dei processi aziendali

Perché le aziende di successo gestiscono (bene) i loro processi aziendali

gestione dei processi aziendali

Che cosa è un processo aziendale?

Un processo aziendale consente a un’azienda di descrivere chi fa cosa e in quale ordine. Un processo è una serie di task eseguiti in sequenza: input chiaramente definiti in ingresso e output prestabiliti in uscita. L’output può essere un servizio, un prodotto o qualche altro obiettivo organizzativo. Combinando tutti i processi aziendali, possiamo descrivere come opera l’azienda stessa. La gestione dei processi aziendali ottimale porta un notevole miglioramento del successo aziendale.

Per meglio comprendere il concetto paragoniamo un processo aziendale ad una ricetta. Immagina di essere a casa e di volere cucinare per cena qualcosa di diverso da un piatto di pasta o uova strapazzate. Sei in vena di sperimentare e cerchi una ricetta del risotto cremoso al gorgonzola. Scarichi una ricetta dal web e segui passo passo le indicazioni riportate per preparare il piatto di risotto. Non c’è nessuno lì al tuo fianco a verificare il tuo procedimento o a fornirti qualche suggerimento.

Ecco, una buona ricetta deve essere specifica. Pensa ancora al tuo risotto al gorgonzola. Hai seguito la ricetta, ma il risotto non è uscito come previsto. Perché è successo? Forse l’elenco degli ingredienti della ricetta non era abbastanza specifico. Forse le descrizioni di ciascun passaggio erano troppo vaghe.

Perché i processi sono importanti in un'azienda?

I processi aziendali sono la chiave per descrivere come un’azienda opera nella sua quotidianità. Pagare la fattura di un fornitore o elaborare l’ordine di un cliente sono entrambi processi aziendali. Le buone aziende hanno processi documentati. Consentono output coerenti, costanti e di alta qualità.
Documentando i loro processi, le aziende possono espandersi rapidamente. Le aziende che cercano di crescere mediante fusioni e acquisizioni necessitano di processi aziendali ben documentati per facilitare le integrazioni e supportare le operazioni aziendali unificate.
I processi sono anche cruciali per un efficace knowledge management. Possono essere utilizzati per la formazione dei nuovi dipendenti a svolgere le attività previste e ottenere i risultati desiderati. Ecco perché una gestione dei processi aziendali strutturata e organizzata è vitale per il successo di ogni azienda.

Perché i processi aziendali sono così importanti per il PLM?

I processi aziendali consentono alle aziende di sviluppare e progettare, vendere, fornire e dare supporto ai loro prodotti in modo efficace. Il valore dei processi lungo il ciclo di vita del prodotto influenza fortemente il successo del prodotto in questione. Sprechi e inefficienze in questi processi si traducono in consegne ritardate e problematiche legate alla qualità.

Come definiamo un processo aziendale?

La gestione dei processi aziendali è un approccio generale che aiuta a promuovere l’efficienza in azienda. Tale percorso ricomprende la documentazione dei processi esistenti (Process Mapping), la definizione dei processi futuri (BPM = Business Process Modelling), l’implementazione dei processi definiti (Process Deployment) e la misurazione dei processi (Process Monitoring). Mappatura, definizione e monitoraggio dei processi aziendali sono attività di fondamentale importanza in un sistema PLM.

Vediamo nel dettaglio ciascuna di queste fasi:

1. Mappatura dei processi aziendali
Per creare una mappa dei processi aziendali, possiamo utilizzare un diagramma di flusso del processo suddiviso mediante fasce funzionali “swim lane”: il diagramma di flusso mostra una fascia per ogni ruolo e indica le attività e gli eventi che ogni ruolo esegue. L’esempio seguente rappresenta il processo di vendita di una piccola azienda (in questo caso il diagramma mostra la situazione attuale).

2. Modellazione dei processi aziendali
Durante questa fase, creiamo un modello migliorato per i processi che l’azienda vuole ottimizzare. Il modello rappresenta una struttura condivisa per la discussione e la comunicazione. Questo aiuta le persone a capire come funzionerà il processo e dove è possibile fare delle ottimizzazioni. L’esempio seguente rappresenta il processo di vendita precedentemente illustrato ma ottimizzato, dopo la fase di rimodellazione.

3. Implementazione del processo aziendale
Dopo aver definito i nuovi processi, dobbiamo implementarli. Al fine di implementare i cambiamenti in modo produttivo, deve essere predisposto un piano di formazione e supporto. Dopo l’implementazione, passiamo alla gestione costante dei processi aziendali. Ma è fondamentale seguire il processo e assicurare un feedback adeguato: il nuovo processo funziona bene? Abbiamo bisogno di apportare degli aggiustamenti?

4. Monitoraggio dei processi aziendali
Un buon processo aziendale deve essere misurabile. Utilizziamo gli indicatori KPI (Key Performance Indicator) per misurare l’efficienza e l’implementazione del processo. Un KPI è una metrica, un attributo quantificabile che ci aiuta a descrivere la performance e che può essere misurato. I KPI aiutano l’azienda a stabilire obiettivi e monitorare i progressi e l’efficienza dell’implementazione.

Cosa identifica un buon processo aziendale?

È importante mantenere i processi aziendali al giusto livello di dettaglio. Le aziende a volte confondono processi e metodi. Un processo è un insieme sequenziale di attività di alto livello, con input e output chiari. I metodi definiscono come eseguire le attività definite in quelle fasi del processo nei relativi sistemi informativi. I metodi sono più dettagliati e specifici per ciascun sistema.

Un buon processo di business è chiaro, ben documentato e facile da capire e mettere in pratica. Le attività di un processo devono essere ben evidenti, così come i ruoli di ciascun attore e le informazioni che usano e creano. Tutto ciò che non è abbastanza chiaro genererà confusione e sprechi.

I processi devono essere misurabili e gestibili. In altre parole: sfruttiamo i dati in nostro possesso per monitorare il processo e comprendere se sta funzionando bene o sta procedendo con difficoltà. I processi aziendali sono i mattoncini di qualsiasi organizzazione di successo. I processi aziendali ben gestiti sono un potente asset strategico aziendale. Se vuoi che le persone lavorino nel modo corretto, devi definire questo modo con un processo aziendale.

Hai mai valutato quanto vantaggio potresti ottenere riorganizzando e semplificando i tuoi processi aziendali? Digitalizzare i processi ti consente di rendere la tua azienda più snella e competitiva. Noi di CADTEC applichiamo tutte le potenzialità della soluzione PRO.FILE che consente di ottimizzare i processi PLM, monitorare in tempo reale lo stato di avanzamento e misurare le performance in ottica di miglioramento continuo.

Contattaci per un confronto senza impegno o per una demo presso la tua sede.

Fonte dell’articolo e delle immagini: blog shareplm.com

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Ecco perché ERP e PLM dovrebbero andare a braccetto nelle imprese manifatturiere

Il PLM controlla le Informazioni
Crea > Revisiona > Riutilizza

L’ ERP controlla le Risorse
Acquista > Revisiona > Vendi

I rischi di slegare i due sistemi

Esiste un numero significativo di aziende, dove i dipendenti, pur essendo risorse altamente specializzate e ben pagate, impiegano il loro tempo in lavori burocratici e a basso valore aggiunto. Un esempio significativo è l’inserimento manuale delle distinte materiali (BOM) nel sistema ERP: il rischio di errore umano è elevato e il metodo piuttosto superato.

Al di là del costo di personale qualificato speso solo per digitare informazioni da Excel in ERP, occorre considerare l’impatto che un errore di battitura può avere:

  • si acquistano o producono componenti errati che costano denaro e riducono il profitto.
  • si accumulano ritardi nella produzione e magari si incorre in penali di contratto.
  • il cliente è insoddisfatto.
  • la reputazione viene compromessa e il danno d’immagine è elevato.

Integrare ERP e PLM

Nelle aziende manifatturiere l’ERP e il sistema PDM / PLM dovrebbero andare a braccetto ed essere integrati tra loro!
Una soluzione PDM / PLM con una connessione bidirezionale con l’ERP consentirà di sincronizzare dati e documenti di prodotto tra i due sistemi e aiuterà a risolvere tali problemi.

PDM / PLM come Product Data Backbone

In primo luogo, il sistema PDM / PLM deve fungere da Product Data Backbone dei dati di prodotto: mette in struttura gerarchica e collega tra loro i dati e i documenti del prodotto e allo stesso tempo tiene sotto controllo versioni e revisioni.

Il Product Data Backbone garantisce che la distinta base (BOM) e i documenti associati – come specifiche, manuali, etc. – vengano automaticamente sincronizzati con il sistema ERP.

Di conseguenza,

  • chi si occupa di produzione ha sempre accesso alla versione corretta del disegno CAD da produrre.
  • chi si occupa degli acquisti ha accesso in tempo reale ai documenti e alle informazioni aggiornate (ad es. i disegni costruttivi) senza uscire dal consueto ambiente di lavoro ERP, scrivere richieste email o effettuare chiamate ai colleghi.
  • chi si occupa di progettazione ha accesso in tempo reale alle informazioni sulle componenti di acquisto presenti nell’ERP, come la quantità presente a magazzino, il prezzo, lo stato (ad es. se obsoleto…).

In sintesi

Ecco come trarre i maggiori vantaggi dell’integrazione tra i due sistemi:

  • Il PLM supporta nel progettare e rilasciare un prodotto.
  • L’ERP supporta la pianificazione, in che modo il prodotto sarà fabbricato e venduto.

Integrando ERP e PLM è possibile ottenere benefici evidenti fin da subito:

  • scambio dati rapido e sicuro tra ERP e Engineering
  • basta utilizzo di dati e documenti errati o obsoleti
  • riduzione al minimo del numero dei componenti, evitando la riprogettazione e i costi di gestione dei doppioni
  • soddisfazione del cliente ai massimi livelli
  • … è essenziale per la strategia di  digitalizzazione / Industria4.0 dell’azienda

Vuoi organizzare la conoscenza aziendale in modo razionale ed efficace? Vuoi migliorare la condivisione della conoscenza e lo scambio di informazioni tra le diverse aree aziendale senza ritardi e con la certezza di mettere a disposizione sempre dati aggiornati in tempo reale? Richiedi una demo di PRO.FILE Product & Document Lifecycle Management presso la tua sede o richiedi la documentazione del webinar di PRO.FILE Italia per approfondire l’argomento.

Fonte dell’articolo: Dimitri Baumtrok (PROCAD)

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10 regole per guidare la trasformazione digitale

Perché è necessaria la trasformazione digitale?

Sono passati oltre 15 anni da quando Internet ha fatto il suo ingresso prepotente nella nostra vita quotidiana, anche in azienda e in tutte le organizzazioni economiche, e ora si è in grado di comprendere appieno la portata di questa rivoluzione epocale. La trasformazione digitale è un percorso irreversibile, prioritario e necessario: responsabili e dirigenti devono essere pronti ad affrontare il cambiamento per sopravvivere e vincere nel mercato.
Ma per quale motivo tale percorso è tanto prioritario? Clienti e utilizzatori sono digitali, pertanto le organizzazioni che vogliono non solo crescere ma, semplicemente, sopravvivere, devono adattarsi alla nuova realtà richiesta dai loro stessi clienti. La trasformazione è necessaria per fornire una risposta alle loro necessità: si tratta di una forza trasformatrice per le aziende poiché cambia la maniera in cui gli internauti s’informano, stabiliscono dei rapporti con altri utenti e consumano prodotti e servizi. Un processo in continua evoluzione, man mano che la tecnologia disponibile diviene via via più raffinata e evoluta.

Esistono delle linee guida?

Il cambiamento tanto invocato non è un fattore congiunturale, bensì un fattore strutturale per le aziende e l’economia in generale: imprese e organizzazioni devono disegnare un nuovo modello economico e sociale. Non basta dire che l’utente è l’epicentro, ma si deve poi orientare tutta l’organizzazione per essere capaci di coprire veramente le sue esigenze specifiche.
Si deve tenere in conto che l’obiettivo della trasformazione digitale non è la tecnologia in sé, la capacità di stare dentro del mondo dei social o avere l’app nel cellulare. La tecnologia è un motore di cambiamento ma non è il cambiamento.

Anche se ogni organizzazione ha delle peculiarità che l’hanno portata a definire dei processi specifici, l’esperienza mostra che esistono delle linee guida che possono essere assunte per generare modelli e best practice senza commettere errori che altre hanno sofferto altre imprese.

Le regole d’oro per comprendere la trasformazione digitale

Sulla base di quanto detto possiamo stabilire un breve decalogo sulle implicazioni e i percorsi da seguire per intraprendere un processo di trasformazione digitale.

1. La tecnologia – da sola – non basta!

Focalizzare le proprie attenzioni solo sulla parte tecnologica è un grave errore, molto comune, e dalle conseguenze pessime: il rischio è quello di non comprendere adeguatamente la portata del cambiamento.

In questo senso è illuminante lo studio condotto dal MIT Sloan School of Management sulla maturità digitale delle organizzazioni. Secondo la ricerca, l’analisi del grado di digitalizzazione di un’organizzazione deve ricomprendere due dimensioni diverse. Da una parte l’intensità digitale misurata in termini d’insediamento tecnologico, dall’altra parte, quella che si riferisce all’intensità della trasformazione nella gestione. La prima misurerebbe l’inversione realizzata in progetti tecnologici orientati a cambiare la gestione tecnologica dell’impresa basata nella tecnologia (rapporti con i clienti, inversione tecnologica, ecc.). La seconda ha a che fare con lo sviluppo interno delle capacità di leadership necessarie per trasformare in maniera integrale tutta l’organizzazione. Esse devono agire in simbiosi poiché solo così facendo il cambiamento può avvenire su larga scala.

Inoltre, prosegue lo studio, dall’analisi reale dei dati di punto vendita di un numero significativo di aziende in diversi settori, si nota che quelle organizzazioni e imprese che hanno portato alla pratica una trasformazione in entrambe le due dimensioni

  • quelle denominate digitalmente mature sono un 26% più remunerative dei suoi competitor, e ricevono un 9% in più dei suoi ingressi.
  • le organizzazioni denominate ‘fashioniste’, anche se si godono di un certo grado di maturità in alcune delle sue aree, mancano di una strategia orientata alla trasformazione interna in processi e cultura dell’organizzazione anche se stanno scommettendo fortemente per l’insediamento tecnologico nelle sue strutture.

2. Una rotta ben definita per la trasformazione

La trasformazione digitale è un processo lungo e costoso e dunque ha bisogno di una rotta ben definita. Non si tratta della consecuzione di azioni marginali. Questo processo deve far parte della strategia globale dell’azienda, sposata e supportata dalla Direzione e fatta propria da tutti i lavoratori dell’impresa.
Come qualsiasi programma strategico si parte con l’intraprendere un processo di analisi interno ed esterno per capire da dove è opportuno partire. Da qui ne deve scaturire un documento-guida che fissa in modo chiaro obiettivi, azioni, calendari, escalation e responsabilità. E’ inoltre indispensabile stabilire indicatori e strumenti che permettono il controllo del processo. La figura chiave è il Chief Digital Officer (CDO), la persona responsabile di orientare l’organizzazione e mettere in atto la strategia.

3. Flessibilità

Di fronte alla rapidità dei cambiamenti e alla costante innovazione tecnologica, le organizzazioni devono essere capaci di adattare le proprie strutture e i propri processi al ritmo dettato dal mercato e dagli utenti “iperconnessi”. Decisioni rapide ed efficaci fanno la differenza: pensare come una grande azienda, ma agire velocemente come una start-up.

4. Processi

Una volta stabilita la roadmap della trasformazione e aver orientato l’organizzazione verso questo obiettivo, è necessario riorganizzare i processi per costruire un nuovo modello di azienda più dinamico, partecipativo e collaborativo. Ancora una volta gli strumenti tecnologici sono solo un mezzo per raggiungere lo scopo, e non devono diventare essi stessi un obiettivo.

5. Comunicazione e trasparenza

La necessità di coinvolgere tutti i membri del team richiede uno sforzo importante nella comunicazione interna che assume un ruolo da protagonista. La trasparenza e la collaborazione sono fondamentali per l’innovazione. Questi modelli si sono dimostrati di grande utilità, anche per aiutare all’organizzazione ad avere chiara la roadmap e capire il tipo di decisioni che devono essere prese.

6. Data driven

Il mondo digitale apporta numerosi ‘insights’ in tutti i processi interni ed esterni. Saper mettere in ordine i dati che si originano è ancora più importante. Le grandi imprese digitali che sono riuscite ad arrivare a una posizione di leadership hanno come caratteristica comune: l’attenzione ai dati.
Tutte loro, da Google fino Amazon, passando per Uber o Netflix sono ‘data companies’: imprese che danno valore alla conoscenza dell’utente basato sui dati di database. La trasformazione ha per obiettivo soddisfare le domande degli utenti, i dati sono le matematiche del cambiamento, il meccanismo imprescindibile per ottimizzare l’azienda nella sua totalità.

7. Attrarre i migliori talenti

L’espansione dei nuovi modelli di business comporta la necessità di incorporare nuovi profili, velocemente. Ciò che fa la differenza fra le imprese di successo è la loro capacità di identificare, riconoscere e attrarre i migliori talenti. Essere in grado di gestirlo è diventata una delle colonne della trasformazione, tanto che i dipartimenti HR devono giocare un ruolo preminente.

8. Formazione e abilitazione

In un modello di cambiamento costante in cui l’innovazione genera ritmi di obsolescenza tecnologica senza precedenti, le aziende sono obbligate ad offrire soluzioni formative adatte. I dipartimenti HR devono diventare consulenti formativi offrendo soluzioni personalizzate e anticipatorie delle domande di formazione dei suoi clienti: i lavoratori.
Allo stesso tempo i processi formativi sono declinati in modo da soddisfare nuove qualifiche digitali necessarie in un ambiente professionale che richiede competenza e massima expertise nelle nuove metodologie. Senza dimenticare che la formazione è anche diventata una carta vincente nell’attrarre e trattenere i migliori talenti.

9. Verso le EASS (Enterprise As A Service)

La digitalizzazione sta spingendo la trasformazione da prodotti a servizi: una delle possibilità della trasformazione è quella di evolversi verso i modelli EAAS. Ne sono esempio le aziende di utilities che all’inizio sembravano lontani dalla digitalizzazione ma che ora stanno anche loro sperimentando in maniera diretta la trasformazione.
Inoltre, il modello EAAS permette l’incursione delle imprese in settori diversi dai propri, com’è il caso delle imprese di telecomunicazioni quando agiscono come banche e come imprese di assicurazione.

10. Cultura della trasformazione

La cultura dell’impresa è basata su valori intangibili, costruiti nel corso degli anni e dei decenni, che fanno parte del DNA e del know how di ogni organizzazione. Conciliare i valori pre-esistenti e fondanti e al tempo stesso introdurre una cultura del cambiamento e dell’innovazione è una delle sfide più importanti e complesse che ci si trova ad affrontare.

Concludendo…

Quando si parla di digital transformation occorre evitare l’errore di concentrarsi troppo sul digitale e non abbastanza sulla trasformazione: la tecnologia è puramente un fattore abilitante, il più delle volte, le persone sono le risorse più preziose di un’organizzazione e il digitale è solo la strumentazione fornita per consentire loro di svolgere in modo più efficace il loro lavoro.

La grande maggioranza dei punti trattati in precedenza come la trasparenza, la struttura organizzativa o il disegno dei processi interni devono essere sempre allineati con l’obiettivo del cambiamento.
In conclusione, la trasformazione è un processo continuo che richiede uno sforzo condiviso e dal cui successo dipende il futuro dell’organizzazione stessa. La trasformazione digitale non è un’opzione, ma un obbligo.

Stai intraprendendo un percorso di trasformazione digitale in azienda? Contattaci per conoscere le nostre soluzioni di gestione dei dati e di tutta l’informazione aziendale e per prenotare una demo.

Per approfondire: siti web cultora.it e CapGemini Blog

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Collaborative PLM: il PLM come strumento per la collaborazione aziendale globale

Sempre più spesso i Dipartimenti di R&D e di Progettazione di una medesima azienda sono dislocati su sedi geograficamente anche molto lontane tra loro. Ciò non vale solo per le grandi imprese multinazionali, ma anche per molte PMI manifatturiere.

Le sfide da affrontare nell’economia globale

In questo ambiente di produzione globale in cui viviamo, la comunicazione e la collaborazione tra diversi team sono fondamentali. Non sono poche le criticità che devono essere affrontate in questi contesti: coordinare e sincronizzare il lavoro di R&D, gestire i diversi fusi orari, ridurre al minimo le differenze linguistiche delle varie risorse coinvolte, etc…
La collaborazione tra persone dislocate in località geografiche anche molto lontane e con diversi fusi orari non è facile, e non è possibile affidarsi solo allo scambio di messaggi a mezzo mail o chat e al trasferimento di file o assiemi da una parte all’altra del globo.

 

Una buona gestione del personale e un coordinamento delle attività dei vari dipendenti possono non essere sufficienti. In queste realtà è necessario avere il supporto di una soluzione IT completa – in grado di incentivare il lavoro di squadra e la collaborazione tra team differenti – e favorisca a pieno la condivisione della conoscenza in tempo reale. Basta anche alle riunioni fiume di persone o in teleconferenza, che rappresentano una importante fonte di distrazione con tempistiche oltremodo dilatate.

La soluzione: il Collaborative PLM

Grazie ad una soluzione PLM come PRO.FILE è possibile gestire tutti i dati e i documenti legati al ciclo di vita di un prodotto:

1.  Rapido accesso ai dati CAD, anche da postazioni remote
Tutti i siti aziendali, anche lontani tra loro, possono godere di prestazioni di lavoro identiche grazie ad una infrastruttura che sopperisce alle inefficienze della banda larga.

2.  Replica dei dati
L’operatività di ciascuna sede è sempre garantita: anche in caso di guasti del server centrale PLM o di interruzione della connessione WAN ogni location continua a lavorare in maniera autonoma, senza alcuna limitazione. Al ripristino della connessione i dati vengono sincronizzati automaticamente.
La replica dei dati, inoltre, aggiunge un altro livello di sicurezza nella protezione dell’informazione aziendale.

3.  Designazione multilingua
Ogni differenza linguistica viene superata utilizzando la stessa terminologia per fornire un terreno comune di discussione su parti, assiemi e documenti.

4.  Item Standardizzati con eCl@ss
una base solida per una terminologia coerente che efficacemente riduce la generazione e il numero di parti.

5.  Gestione di dati multi-CAD
per coordinare i processi di aziende con più sistemi CAD di progettazione. Tale strumento permette di controllare e documentare i processi associati a prodotti meccatronici, con particolare attenzione all’integrazione di CAD meccanici, elettrici ed elettronici, e lo sviluppo di software con una soluzione PLM.

6.  Scambio sicuro di dati con partner esterni
per trasferire i dati e documenti che, per le loro dimensioni o la natura confidenziale, non possono essere scambiati tramite e-mail, FTP o altre piattaforme non protette.

Perché scegliere PRO.FILE come Collaborative PLM?

PRO.FILE rappresenta uno strumento efficace di Collaborative PLM per mettere in connessione le sedi remote di una azienda:

  • integrazione di sedi remote disegnata sulle vostre specifiche esigenze e in modo scalabile, sino al sistema ETOR di PRO.FILE (Enterprise Transaction Oriented Replication);
  • veloce accesso ai dati di prodotto indipendentemente dalla connessione di rete in caso di connessione persa o downtime della sede centrale, le sedi remote continuano a lavorare in piena autonomia;
  • sincronizzazione automatica dei dati al ripristino della connessione tra il server centrale PRO.FILE e quello locale;
  • la replica dei dati garantisce un livello ulteriore di sicurezza ai dati aziendali.

La tua necessità è quella di coordinare differenti team di R&D e rendere più performante lo scambio informazioni e dati di prodotto tra diverse sedi? Vorresti confrontarti con un partner che sappia accompagnarti in questo percorso e che abbia già affrontato diversi progetti di connessione sedi remote?

Scopri come noi di CADTEC possiamo supportarti nella tua scelta di una soluzione PLM e scopri perché PRO.FILE è già stato scelto da molte aziende per condividere e proteggere il proprio capitale di informazione.

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scegliere plm

Scegliere una soluzione PLM: alcuni consigli per redigere un Requirements Document a prova di futuro!

scegliere plm

Individuare i requisiti che dovrà avere la soluzione PLM che introdurremo nella nostra azienda è una lavoro alquanto importante e cruciale per decretare il futuro successo dell’intero progetto.

Tanto più precisa e accurata sarà questa fase di analisi e raccolta dei dati e delle informazioni tanto migliore e facilitata sarà l’implementazione del PLM stesso: è preferibile essere consapevoli già in partenza di requisiti complessi e completi, così da metterli già sul piatto in fase di startup, senza dover rincorrere successivi errori che potrebbero costare caro sia in termini di costo che di tempo speso inutilmente.

Imprescindibile: affrontare la fase iniziale del progetto con una mente aperta…

Molte aziende iniziano a dettagliare le proprie esigenze avendo già in mente una particolare tecnologia, in base al tipo di CAD che già utilizzano per la progettazione del prodotto oppure scegliendo a priori di affidarsi ad una soluzione cloud.
Nulla di più sbagliato… quando si analizzano le possibili soluzioni alternative presenti sul mercato, ciò che occorre tenere ben a mente come obiettivo ultimo è “come questa soluzione può risolvere i problemi della mia azienda?” e non “quali sono al momento i trend della tecnologia? ”.
La tua azienda ha alcuni problemi che sta tentando di risolvere. Queste criticità, da una parte costituiscono un costo per l’azienda, dall’altra rappresentano delle significative inefficienze causano ritardi e disagi.

Il primo obiettivo è quello di trovare una soluzione a questi problemi / tematiche: una tecnologia specifica non lo farà per te e non dovrebbe quindi guidare una simile decisione.

L’ascolto attivo delle persone coinvolte nel progetto

Ascolto attivo significa prestare massima attenzione a ciò che gli utenti coinvolti nel progetto hanno da dire e sul perché lo dicono. Se non si è certi del significato di ciò che hanno detto, prova a ripeterlo per vedere se la tua interpretazione è corretta.
Perché questo è importante? Perché chi utilizzerà la soluzione quotidianamente potrà meglio spiegare ciò di cui ha davvero necessità.
Ancora una volta, migliori saranno i requisiti raccolti in fase di analisi, migliori saranno i risultati finali e il successo ottenuti con l’implementazione PLM.

Un esempio per tutti: vedi una persona entrare in un negozio di ferramenta per acquistare un trapano con una punta da ¼ di pollice. Chiediti: questa persona ha davvero necessità di un trapano? O in realtà ha necessità di ciò che il trapano può fare per lei, ossia realizzare un foro da ¼ di pollice.
Lo stesso atteggiamento lo si deve adottare in fase di analisi per redigere il documento di requirements: perché un requisito è importante per gli utenti? Quale valore aggiunto può dare al loro lavoro quotidiano?

Questi due consigli, all’apparenza, potrebbero far apparire più lungo il percorso di analisi iniziale, ma in realtà ridurranno di molto tempistiche di implementazione e vi condurranno con maggiore probabilità di una positiva riuscita del progetto, senza deviazioni o correzioni di rotta lungo il percorso.

Qualche altro consiglio per portare avanti un progetto PLM di successo?

Oltre ai due punti di partenza già elencati, ci sono altri aspetti che dovrebbero essere presi in considerazione:

1. L’interfaccia e l’utilizzo quotidiano devono essere user friendly cosicché gli utenti siano incoraggiati e incentivati ad utilizzarlo. Più la soluzione verrà considerata di facile utilizzo, più il progetto avrà successo.

2. La soluzione dovrà rientrare nei parametri di budget che sono stati precedentemente fissati.

3. Il rapporto con il fornitore andrà ben oltre la fase di implementazione e go-live, assicurati di poter instaurare con lui un rapporto di fiducia duraturo negli anni e di avere al tuo fianco un partner, che sappia apportare un beneficio anche di carattere organizzativo alla tua azienda.

4. Sarà indispensabile che il PLM possa integrarsi con le altre soluzioni IT presenti ora o in futuro in azienda per poter dare il massimo vantaggio di condivisione della conoscenza: assicurati che la soluzione che sceglierai sia un sistema aperto e pronta a dialogare con gli altri sistemi.

5. Il PLM dovrà servire anche per monitorare progetti e processi in tempo reale e fornire report sul loro stato di avanzamento.

6. Il business è sempre più mobile: non sarebbe molto più produttivo accedere al proprio PLM anche dal web o da app?

Stai per redigere un documento di requirements ma non sai come muoverti? Vorresti confrontarti con un partner che sappia accompagnarti in questo percorso e analizzi insieme a te processi e procedure interne per razionalizzarli? Scopri come noi di CADTEC possiamo supportarti nella tua scelta di una soluzione PLM e scopri perché PRO.FILE è già stato scelto da molte aziende per condividere e proteggere il proprio capitale di informazione.

Fonte dell’articolo: Scott Cleveland’s Blog

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Document Process Management: 5 motivi per introdurlo in azienda

Ogni azienda, tutti i giorni, deve gestire una quantità enorme di informazioni: tuttavia molto spesso spende soldi per cercare di governarla, ma senza riuscire a renderla un elemento produttivo e utile per rafforzare la propria competitività.

Perché queste criticità?

È la desolante conclusione di una ricerca condotta in Italia e tesa ad analizzare il rapporto tra i manager e l’informazione aziendale:

  • Una impresa media spende circa 1,5 milioni di € all’anno per acquisire dati e informazioni già presenti all’interno del proprio sistema ICT.
  • Il 42% dei professionisti utilizza, senza esserne consapevole, informazioni errate almeno una volta a settimana.
  • Il 52% dei manager ritiene alquanto insufficiente la capacità della propria azienda di gestire il proprio patrimonio di informazione.
  • Il 38% di essi si muove in maniera casuale e caotica all’interno dei propri dati non strutturati.

Eppure, la semplicità di accesso ai dati viene reputata come asset fondamentale della competitività aziendale.

Come governare questa situazione?

È necessario adottare un approccio che consenta la gestione dei documenti durante tutto il loro ciclo di vita: generazione e produzione, lavorazione, accesso e archiviazione. Così facendo tutti i documenti verranno generati in un formato adatto, in sicurezza, con possibilità di revisione, notifiche, statistiche e assegnazione di attività alle risorse.
Il Document Process Management integra persone, tecnologie e processi al fine di gestire adeguatamente il documento come luogo dove sono contenuti e risiedono dati, informazioni e conoscenze dell’azienda, il vero capitale.

Mediante questo nuovo approccio il documento non è più solo un elemento statico, bensì dinamico, in evoluzione e ben caratterizzato.

5 motivi per adottare il Document Process Management

1. Ridurre i costi
Grazie a workflow predefiniti, distribuzione della conoscenza secondo logiche ben definite e monitoraggio dello stato di avanzamento delle attività sarà possibile intervenire in ogni momento in caso di deviazione dallo standard, senza dover successivamente recuperare il gap perso.

2. Migliorare le performance
L’automatizzazione di alcune attività consente di dirottare le risorse verso attività a maggior valore aggiunto. Gli strumenti di analisi consentono di monitorare i livelli di performance e di apportare eventuali correzioni.

3. Abbattere i costi nascosti
Accedere ai documenti cartacei richiede almeno 85 ore all’anno per ciascun dipendente. Si comprende facilmente che se si estende la riflessione all’intera azienda i numeri sono davvero fuori controllo. Adottare un percorso di dematerializzazione significa rendere l’informazione subito disponibile, senza tempi morti.

4. Incrementare il livello di sicurezza
Proprio perché le informazioni rappresentano il vero capitale dell’impresa, esso deve essere protetto per prevenire accessi non autorizzati e potenziale diffusione.

5. Incrementare la soddisfazione dei dipendenti
Il lavoro burocratico e amministrativo viene automatizzato e i dipendenti possono essere destinati ad attività a maggior valore aggiunto, con un incremento della soddisfazione lavorativa.

In conclusione

Gestire in maniera consapevole l’intero ciclo di vita dei documenti può davvero fare la differenza all’interno di una azienda. La sfida fondamentale è quella di rendere consapevoli management e utenti delle loro criticità attuali e del fatto che l’ottimizzazione dei flussi documentali potrebbe essere davvero la chiave di volta per la propria competitività e per dare risposte veloci e adeguate al mercato.

Mettere l’informazione giusta a disposizione della persona giusta nel momento giusto non è né facile né scontato, ma le soluzioni che possono aiutarvi a raggiungere questo risultato non mancano. La tua azienda ha già un sistema evoluto di gestione documentale?

Vuoi valutare quali potrebbero essere i vantaggi dell’introduzione di un Document Process Management in azienda? Stai cercando un partner che sia in grado di seguirti in tutto questo percorso proponendoti una soluzione aziendale per gestire l’informazione a 360 gradi e tutti i processi che la governanoScopri CADTEC e contattaci per intraprendere il tuo percorso verso la digitalizzazione.

Fonte dell’articolo: sito web techeconomy.it

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parti e componenti

Come ottimizzare parti e componenti con il PLM

parti e componenti

Da una indagine promossa dalla rivista tedesca Computerwoche su 200 manager, il 92% degli intervistati ritiene che la loro attività sia fortemente condizionata da dati di scarsa qualità, di cui un picco si rileva nella gestione di parti e componenti duplicati.

Una gestione di dati di qualità è in grado di supportare e definire processi aziendali efficienti che creano valore e di coordinare le differenti aree dell’azienda (R&D, Industrializzazione, Acquisti, Produzione, Service).

Quali le sfide da affrontare nella gestione di parti e componenti?

  • I duplicati sono costosi! Riprogettare e ricodificare più volte i componenti è dispendioso perché ciascuno deve essere codificato, gestito nell’ERP, acquistato nel caso di tratti di articoli commerciali.
  • Le parti devono essere sincronizzate nei vari sistemi IT aziendali (sistema CAD, sistema gestionale, CRM, software per la industrializzazione…): non è pensabile affidare questo lavoro alla semplice digitazione manuale o a comunicazioni interne non documentate adeguatamente. L’errore umano potrebbe compromettere la qualità del dato, con notevoli costi per il recupero.
  • Il coordinamento tra le varie aree aziendali è essenziale e si concretizza con la condivisione della conoscenza (R&D, Acquisti, Produzione, Service, etc…).

Ma come ottenere dati di alta qualità?

La corretta classificazione dei componenti è il primo passo: ognuno di essi deve essere classificato in modo univoco, con tutte le sue caratteristiche tecniche. Lo strumento che ci aiuta in questo compito è senza dubbio il PLM.
La ricerca scientifica citata e l’esperienza concordano ampiamente quando si tratta di valutare i componenti da riutilizzare. Il numero di doppioni (sia di progettazione che di commercio) è molto alto: grazie a una gestione ottimizzata è possibile risparmiare fino al 20% dei componenti e dei relativi costi di gestione!

I vantaggi di un sistema di Product Lifecycle Management PLM

Le soluzioni PLM si sono dimostrate efficaci per consentire alle aziende di riutilizzare parti già progettate, in modo sistematico e preciso.

Infatti, tra i principali vantaggi possiamo elencare:

  • consentono una panoramica di tutte le parti e di tutti i componenti, indicando il modo in cui vengono usati.
  • utilizzano gli elenchi delle caratteristiche secondo la norma DIN 4000 e integrando la classificazione internazionale eCl@ss.
  • incorporano funzioni di ricerca per il facile recupero di parti e componenti acquistati da fornitori esterni.
  • utilizzano le funzionalità di ricerca geometrica per identificare componenti simili.
  • garantiscono descrizioni multilingua, evitando barriere linguistiche e territoriali.
  • favoriscono l’utilizzo della medesima terminologia all’interno di tutti i dipartimenti aziendali.

Oltre alla fornitura dei dati, le soluzioni PLM vengono impiegate anche per gestire e documentare i processi di sviluppo e assicurare che vengano rispettate le regole per il riutilizzo dei componenti.

Alcune testimonianze di chi già utilizza PRO.FILE per la gestione di parti e componenti

Ecco alcune dichiarazioni di aziende che già utilizzano la soluzione PRO.FILE e  sfruttano, quindi, la possibilità di classificare correttamente i dati di prodotto:

Plant Production Manager – Azienda produttrice di componenti idraulici in serie

“Il Classificatore del PLM, con la gestione delle caratteristiche delle classi di componenti, ci ha permesso di ottimizzare i nostri elenchi dei componenti.
Le voci ripetute e quelle alternative sono state indentificate e ottimizzate. Solo presso un nostro stabilimento a Kraichtal (Germania) siamo stati in grado di ridurre il numero di componenti di 300 unità”

Operations Manager – Azienda produttrice di Sistemi di backup su nastro 

“Con il PLM, siamo stati in grado di ridurre il tempo dedicato alla gestione dei dati tecnici dei componenti e della distinta base del 40-50%. Avere le voci corrette e aggiornate nel sistema PLM riduce il tempo necessario a mantenere aggiornati gli elenchi dei componenti del 30%”.

PLM & CAD Manager – Azienda produttrice di sistemi di sospensioni su commessa per settore automotive

“L’integrazione realizzata tra SAP (ERP), PRO.FILE (PLM) e CADENAS (librerie di progettazione) ci ha permesso di ridurre il numero dei componenti acquistati del 35% in 3 anni e aumentare il riutilizzo dei nostri componenti del 20%”.

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Digitalizzazione dei documenti: gestione strutturata o destrutturata?

La maggior parte delle relazioni di business in Italia avviene mediante gestione cartacea, ma a quali costi?

Relazionarsi con tutti gli attori del nostro business in modo più efficace ed efficiente è sicuramente un obiettivo da perseguire per ogni azienda perché porta ad una riduzione sensibile dei costi diretti e indiretti e ad un aumento del fatturato. Relazionarsi significa anche gestire in modo organizzato e razionale tutte le informazioni e i servizi (contratti, ordini, spedizioni, fatturazione e pagamenti).
Ma allora perché in Italia la maggior parte di questi rapporti viene gestita su supporto cartaceo? Tonnellate di documenti, stampati, inviati e scambiati a mezzo mail, catalogati, archiviati: a quali costi (materiali, duplicazione, risorse impegnate in attività a basso valore aggiunto, spazio per gli archivi)? E i costi nascosti (margini di errore o perdita, impatto ambientale, procedure di lavoro)?

Da una ricerca dell’Osservatorio Digital innovation del POLIMI si evince che:”Chi lavora quotidianamente con le informazioni spende in media il 20-30% del tempo nel gestire informazioni e documenti che si trovano su supporto cartaceo”

Eppure gli strumenti e la normativa per la dematerializzazione dei documenti non mancano: e allora perché non intraprendere questo processo?

Come dematerializzare un documento?

Dematerializzare un documento significa convertire i documenti cartacei in documenti elettronicigestirli attraverso soluzioni software dedicatecondividerli in modo rapido e funzionale.

Una volta reso digitale il documento può anche essere inviato in conservazione digitale a norma – come previsto dalla legge italiana – per dare valore legale, fiscale e civile, al pari del documento cartaceo.

Inoltre, per qualsiasi necessità, ci si trova costretti a fare riferimento agli specialisti del prodotto, in quanto agli utenti finali non vengono dati tutti gli strumenti per riprogrammare e riadattare la soluzione prescelta.

La maggior parte dei prodotti presenti sul mercato inoltre, sono programmabili, pertanto, prima di essere perfettamente aderenti alla realtà di ogni azienda, devono essere lungamente adattati dai consulenti dell’azienda fornitrice e prevedono lunghi tempi di analisiprogrammazione, sviluppo; anche il minimo ampliamento non può essere svolto in autonomia.

La dematerializzazione 2.0

Creare dei PDF da un documento cartaceo e conservarli in un archivio digitale del File System non è sufficiente! Le informazioni contenute sono comunque statiche, non possono essere modificate, aggiornate, analizzate e rese vive: è solo una immagine statica.
Parliamo di dematerializzazione 2.0 quando la gestione dell’informazione è strutturata e dinamica: il documento elettronico viene immesso nei processi informativi e reso vivo, i dati contenuti sono leggibili, elaborabili e condivisibili in automatico. La gestione dell’informazione è così efficiente, rapida e produttiva, sia nella comunicazione interna che con gli interlocutori esterni all’organizzazione: la relazione è basata su una miglior qualità, senza attese, smarrimenti, inutili duplicati.

Digital Transformation: nuovo approccio organizzativo

Il focus si sposta dal documento al processo: non basta eliminare la carta!
Oltre ai processi di dematerializzazione dei documenti cartacei, si deve porre sempre maggiore attenzione alla standardizzazione delle procedure, più razionali e veloci, tracciabili e analizzabili: ciò garantisce trasparenza e qualità nella gestione dell’informazione, come nessuna attività manuale potrebbe mai fare.

Stampare meno carta non è l’obiettivo principale, ma solo il prodotto di una rivoluzione più ampia e di un profondo cambio organizzativo che fa parte della digital transformation.

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Fonte dell’articolo: sito web digital4.biz

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5 step infallibili per gestire l’implementazione di un DMS

Introdurre un sistema di gestione documentale DMS in azienda rappresenta sempre un notevole cambio organizzativo perché avrà di certo un forte impatto nella impostazione e gestione dei processi.

Non si tratta semplicemente di passare dal documento cartaceo a al file digitale, si tratta di un cambio culturale che deve coinvolgere tutte le risorse, dal top management ai lavoratori più operativi. Un nuovo modo per gestire il lavoro quotidiano e condividere la conoscenza per farla diventare un valore aggiunto.

Gli step fondamentali

Ma quali sono i principali step per raggiungere efficacemente l’obiettivo della digital transformation?

1. Focus su esigenze e obiettivi: cosa ci serve?
Come è possibile scegliere le tecnologie e le soluzioni più adatte alla propria organizzazione se non sono chiari fin dall’inizio le esigenze interne e gli obiettivi di business? Passaggio doveroso cui spesso non si presta la dovuta attenzione.

2. Analizzare i processi di business: cosa non ci serve?
Inutile avventurarsi in soluzione complesse, troppo strutturate o che non sono in grado di supportare l’utente nel suo lavoro di tutti i giorni.
Il personale interno è sicuramente il target da coinvolgere per comprendere lo stato as is e per trarre importanti spunti, evidenziare criticità e idee di miglioramento Anche questa è conoscenza, seppur nascosta, che fa parte del valore delle imprese.

3. Definire nuovi processi
Dopo analizzato è la situazione interna, è importante iniziare a classificare la tipologia di documenti che l’organizzazione produce, con relazioni tra i flussi che il documentale dovrà gestire e facilitare: nuovi modi di produrre, attribuire, approvare, condividere e salvare documenti. I nuovi processi dovranno tenere conto delle esigenze di knowledge dell’azienda e dell’infrastruttura IT già esistente.

4. Identificare la soluzione più adeguata alle esigenze
Tradurre obiettivi e necessità aziendali in soluzioni concrete non è facile affatto. Occorre affidarsi a chi è in grado di gestire e presidiare l’intero sviluppo di change management, dalla fase di identificazione dei processi di produzione documentale, passando per quella del supporto e formazione al personale, fino ad arrivare alla fase di assistenza e monitoraggio.

5. Coinvolgere gli utenti, sempre!
La user adoption è l’ingrediente che dà effettivamente vita alla soluzione DMS adottata. Per questo è importante coinvolgere il personale in tutte le fasi in cui il suo contributo possa essere fondamentale: comprensione dei processi, di test del sistema prima della sua piena operatività, sessioni formative specifiche per sfruttare fino in fondo ciò che la soluzione prescelta può offrire. Inoltre, un flusso di comunicazione integrato che accompagni l’azienda in questa fase di cambiamento organizzativo, e che prosegua durante il corso di tutto il progetto.

Stampare meno carta non è l’obiettivo principale, ma solo il prodotto di una rivoluzione più ampia e di un profondo cambio organizzativo che fa parte della digital transformation.

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Fonte dell’articolo: sito web techeconomy.it

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