Il valore della qualità del dato nel PLM

La trasformazione digitale non è solo un trend

Le aziende manifatturiere si preparano al futuro digitale. La trasformazione digitale è uno dei topic trend.

Ma cosa significa precisamente trasformazione digitale per i dati nelle aziende di progettazione?

La realtà delle imprese di questo settore è un insieme complesso di dati e sistemi IT. Tutti insieme, i dati sono gestiti da più sistemi storicamente creati ad uso dipartimentale e per funzione aziendale. Ma questo non è tutto. La moderna organizzazione della Produzione si sta muovendo verso una disintegrazione ancora maggiore. Per ottimizzare costi, prestazioni, accesso globale a risorse e forniture, le aziende manifatturiere sono ottimizzate con un set di funzioni molto specifico. I livelli degli appaltatori e dei fornitori sono costruiti per tenerlo attivo. E ciò crea un ulteriore livello di complessità dei dati.

Il prezzo della scarsa qualità del dato

Con riferimento ad un interessante articolo di Guido Treur il prezzo della scarsa qualità dei dati, il punto chiave su cui riflettere è: i dati di scarsa qualità non sono migliori dell’assenza stessa di dati. Il focus è soprattutto sui dati frammentati, sull’evoluzione dei dati e dei processi nelle aziende manifatturiere.

Ecco un passaggio:
Il punto cruciale del problema è che man mano che le aziende crescono, i loro dati business-critical diventano frammentati. Non esiste un quadro generale perché è disseminato tra le applicazioni, incluse le applicazioni locali. A mano a mano che questo cambiamento si verifica, i dati business-critical diventano incoerenti e nessuno sa quale applicazione abbia le informazioni più aggiornate. Riduce la produttività e costringe le persone a fare un sacco di lavoro manuale. Il New York Times ha definito questo come un addetto alle pulizie, un lavoro dove l’apporto manuale è ancora molto necessario – ciò che i data scientists chiamano Data Wrangling (campionamento dei dati), Data Munging e Data Cleaning. I data scientist, secondo le stime degli esperti, trascorrono dal 50 all’80% impegnati in questo lavoro più ordinario di raccolta e preparazione di dati digitali frammentati e non coerenti, prima che possano essere sfruttati come una miniera di pepite d’oro.

La frammentazione del dato è un aspetto critico

Tempo fa era accettato come buona prassi il mantenere i dati nell’Area Tecnica per asservire i processi interni di Progettazione ed Engineering.
La Pianificazione della Produzione era una funzione separata, gestita da un insieme separato di sistemi. Anche le Vendite e il Service erano separati.
La connessione dati e il passaggio di consegne tra i sistemi era importante, ma non fondamentale e necessario.
Con l’aumentare della velocità di produzione, il mercato globale e la complessità della supply chain si sono generati nuovi sistemi di dati. E la frammentazione dei dati è un vero problema per un efficace decision making nelle aziende.
E ora, mentre l’industria si sta spostando verso la Digital Transformation, la questione della frammentazione dei dati e della qualità dei dati sta diventando un aspetto critico.
Da un lato, l’azienda non può migliorare la qualità dei dati da un giorno all’altro. D’altra parte una delle battaglie che il PLM affronta nella fase di implementazione è la scarsa qualità dei dati.

Ma come si misura la qualità del dato?

Una delle cose più importanti che influisce sulla qualità dei dati è la duplicazione dei dati su più sistemi. Quando accade, errori e duplicati sono dietro l’angolo. Il primo passo verso una corretta integrazione è vedere dove sono conservati i dati e combinarli in modo coerente. Qui può essere estremamente vantaggioso investire in strumenti di comprovata qualità e accuratezza per aiutare a coordinare e sincronizzare le informazioni tra i database. E strutturare processi per creare un livello coerente di dati che rappresentano la connessione dati e gli aggiornamenti può essere estremamente utile.

Una delle tendenze recenti è presentare il PLM come la soluzione principe di gestione dei dati esistenti. Se questa è una buona strategia per prevenire il big bang del replace, la questione della qualità del dato non è da trascurare. Il modo in cui i dati sono connessi e sincronizzati definirà la qualità del sistema generale di gestione dei dati.

In conclusione

La trasformazione digitale richiederà una rivalutazione significativa delle metriche sulla qualità del dato. I vecchi modi di tenere i dati ‘sotto controllo’ potrebbero non essere sufficienti. I dati stanno diventando sempre più complessi e interconnessi. Fornire una valutazione della qualità dei dati dovrebbe essere al primo posto per coloro che si occupano di PLM ora e per i prossimi anni.

E tu come misuri la qualità del dato nella tua azienda? Ritieni che i dati e le informazioni vengano gestite in modo corretto creando valore aggiunto?

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Fonte dell’articolo: beyondplm.com

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Digitalizzare è inevitabile. Ma come calcolare il Roi degli investimenti?

Il trend attuale richiede una continua evoluzione da parte delle imprese, che per stare al passo con i tempi dovrebbero investire al massimo sulle nuove tecnologie digitali.
Fattore determinante per la scelta di tale investimento sono le tempistiche di ritorno dello stesso, che possono variare in base alle dimensioni dell’azienda coinvolta.

L’importanza di una corretta valutazione

La valutazione del ROI è una procedura molto articolata. Si tratta infatti di ponderare un progetto mai gestito prima, con la forte possibilità di prendere delle decisioni fuorvianti; sia a causa della velocità con cui le nuove tecnologie si aggiornano continuamente, che per la probabilità di non riuscire a valutare nei minimi dettagli a priori un progetto, che alla fine dei conti potrebbe rivelarsi diverso dalle aspettative piuttosto che dai rendimenti previsti.

Inoltre non sempre è facile definire una correlazione tra progetti digitali e performance aziendali.

Questi i motivi principali per cui gli investimenti in questo campo sono ancora a rilento, nonostante l’evoluzione della tecnologia li renda ormai inevitabili.

Che tipo di digitalizzazione?

E’ basilare innanzitutto qualificare il tipo di digitalizzazione di cui stiamo parlando.

La scelta vincente è quella di scegliere piattaforme condivise che eliminino i silos dipartimentali, e permettano di concentrarsi sulla creazione reale di valori di dati come ad esempio l’automazione dei processi aziendali.

Le aziende crescono, si evolvono e necessitano di adattare e aggiornare a flusso continuo gli strumenti e le soluzioni IT utilizzati quotidianamente.

Ma come calcolare nel modo più realistico possibile il ROI?

Le 5 regole base per il calcolo del ROI

1. Capire dove e come è stato creato il valore.

Analizzare quindi in modo dettagliato costi e ricavi dell’azienda, per poter esaminare tutti i modi tramite i quali l’inserimento di una nuova soluzione tecnologica possa creare valore: ad esempio con l’aumento dei ricavi, oppure con l’ottimizzazione dei costi operativi.

2. Identificazione dei benefici non quantificabili

Si tratta di quei miglioramenti delle aree dell’impresa denominate “soft”, come la comunicazione e/o l’ambiente di lavoro, che se perfezionate permettono una migliore produttività e aumentano la motivazione da parte dei dipendenti.

3. Utilizzo della tecnica Delphi

Avvalendosi dell’esperienza e delle conoscenze degli addetti all’area commerciale, si riesce ad aver accesso ad una serie di importanti informazioni interne, difficilmente recuperabili tramite una ricerca tradizionale. In questo modo si possono stimare in modo più accurato costi e benefici del progetto proposto.

4. Comparazione

Confrontare cioè il progetto che si è scelto di intraprendere con altri che offrono soluzioni similari.

5. Progetti pilota

Questi offrono minori esigenze di ROI diminuendo i rischi, consentono di risolvere i bug, suggerire nuove opportunità, superare le prevedibili opposizioni interne e stabilire quindi un più esatto modello di ROI.

E i tuoi collaboratori sono pronti per affrontare l’innovazione digitale della tua azienda?

Approfondisci come potrebbe migliorare l’ambiente aziendale, tramite l’apporto di un valore aggiunto che accresca la produttività e incrementi la motivazione dei tuoi collaboratori.

Cadtec è disponibile per supportarti nell’identificazione delle aree di intervento di maggiore interesse e più strategiche per la tua azienda.

Fonte dell’articolo: Digital4Trade

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Ecco perché la comunicazione interna è il fattore chiave della Digital Transformation

Uno dei punti cardine che permette alla digital transformation di svilupparsi nel migliore dei modi, è la comunicazione a livello trasversale all’interno di ogni azienda.

Nonostante questo sia un dato ormai assodato, le difficoltà a far fluire in modo trasparente e naturale tutte le informazioni necessarie per garantire una visione di insieme chiara e condivisa, fanno ancora parte della quotidianità.

Tanti processi (non controllati) generano il caos

La molteplicità dei processi e delle attività da gestire, rende spesso difficoltoso il passaggio di dati e informazioni e crea confusione.
Per cui le informazioni vengono gestite a silos indipendenti l’uno dall’altro e non permettono una sana e ottimale gestione dei flussi di informazioni.

Perché la comunicazione interna è di cruciale importanza

Ci sono varie motivazioni per cui la comunicazione interna sta diventando essenziale per guidare il processo di digital transformation verso un sicuro successo:

  1. I nuovi lavoratori sono i Millennials, nati di pari passo con i social e per i quali gli scambi aperti di idee e informazioni sono una costante e solida realtà. Per loro il lavoro di gruppo e gli ambienti collaborativi sono indispensabili.
  2. Ci troviamo in un ecosistema molto articolato, i termini e le procedure utilizzate sono le più svariate e complesse, e la collaborazione assume un ruolo prioritario per potersi interfacciare con clienti e colleghi ad un livello aziendale univoco e compatto.
  3. La tecnologia è pervasiva e la sua crescita non si arresta, pertanto ci indirizza a modificare gli schemi standard. Ci troviamo infatti a interagire in tempo reale, per scelta o per forza, con molteplici persone e con svariati strumenti: la collaborazione assume un ruolo fondamentale.
  4. Le nuove tecnologie permettono a tutti di interagire e di essere coinvolti, nessun escluso. L’abilità di chi gestisce le informazioni è infatti nel portare costantemente a contatto gruppi diversi e farli interagire in un ambiente comune.
    Diversamente da quanto accadeva fino a poco tempo fa, quando i legami deboli venivano penalizzati e bloccavano il passaggio delle info, grazie a questo nuovo trend, tutti riescono connettersi allo stesso livello, creando un sistema di condivisione fluido e ininterrotto.
  5. La collaborazione fa crescere l’innovazione e il contributo di ogni singola persona è indispensabile. L’innovazione non sarebbe tale senza una cultura diffusa a tutti i livelli, per cui solo grazie ad una comunicazione interna ben sviluppata e continuativa si riesce a creare il senso di appartenenza e di conseguenza il desiderio di apportare un contributo al miglioramento dei processi aziendali.

E la tua azienda riesce a far fluire in modo semplice tutti i dati e le informazioni necessarie per un’ottimizzazione del lavoro?
Le procedure e i dati sono integrati e condivisi in modo semplice?

Puoi contattarci per analizzare insieme come ottimizzare il circolo delle informazioni e dei processi coinvolgendo in modo naturale tutti i reparti della tua azienda.

Fonte dell’articolo: sito web Techeconomy

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Metisoft Spa

PRO.FILE Italia accresce la sua presenza nel territorio con Metisoft S.p.A.

Torino, 26 Maggio 2021. Metisoft S.p.A. entra nel network PRO.FILE Italia

“Un sodalizio vincente che permetterà a tutti i nostri clienti, attuali e futuri di beneficiare del nostro supporto alla digitalizzazione aziendale sempre più completo”. – Francesca Giachetti, CEO PRO.FILE Italia

Metisoft SpA, azienda marchigiana sul mercato dell’ICT da più di 30 anni entra ufficialmente nel network PRO.FILE Italia con una collaborazione che si orienta all’innovazione e all’Industria 4.0.
Grazie alla competenza specifica sui progetti PLM, ERP, MES e CRM, si pone a supporto del business e delle sfide tecnologiche che affrontano le aziende del territorio.

Con oltre 160 dipendenti e 40 consulenti esterni impiegati in 5 diverse sedi italiane, Metisoft SpA accresce la presenza del Gruppo PRO.FILE in Italia posizionandosi a supporto dei Competence Center e fornendo il proprio valore e know-how in tematiche specifiche quali il sistema SAP come ERP, le soluzioni Microsoft, il CRM, il MES e l’Automazione dei Processi per le aziende di numerosi settori quali: Fashion, Farmaceutico, Chimico, Automotive, Food&Beverage, Bancario e Assicurativo.

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Fonte: PRO.FILE Italia