Document Process Management: 5 motivi per introdurlo in azienda

Ogni azienda, tutti i giorni, deve gestire una quantità enorme di informazioni: tuttavia molto spesso spende soldi per cercare di governarla, ma senza riuscire a renderla un elemento produttivo e utile per rafforzare la propria competitività.

Perché queste criticità?

È la desolante conclusione di una ricerca condotta in Italia e tesa ad analizzare il rapporto tra i manager e l’informazione aziendale:

  • Una impresa media spende circa 1,5 milioni di € all’anno per acquisire dati e informazioni già presenti all’interno del proprio sistema ICT.
  • Il 42% dei professionisti utilizza, senza esserne consapevole, informazioni errate almeno una volta a settimana.
  • Il 52% dei manager ritiene alquanto insufficiente la capacità della propria azienda di gestire il proprio patrimonio di informazione.
  • Il 38% di essi si muove in maniera casuale e caotica all’interno dei propri dati non strutturati.

Eppure, la semplicità di accesso ai dati viene reputata come asset fondamentale della competitività aziendale.

Come governare questa situazione?

È necessario adottare un approccio che consenta la gestione dei documenti durante tutto il loro ciclo di vita: generazione e produzione, lavorazione, accesso e archiviazione. Così facendo tutti i documenti verranno generati in un formato adatto, in sicurezza, con possibilità di revisione, notifiche, statistiche e assegnazione di attività alle risorse.
Il Document Process Management integra persone, tecnologie e processi al fine di gestire adeguatamente il documento come luogo dove sono contenuti e risiedono dati, informazioni e conoscenze dell’azienda, il vero capitale.

Mediante questo nuovo approccio il documento non è più solo un elemento statico, bensì dinamico, in evoluzione e ben caratterizzato.

5 motivi per adottare il Document Process Management

1. Ridurre i costi
Grazie a workflow predefiniti, distribuzione della conoscenza secondo logiche ben definite e monitoraggio dello stato di avanzamento delle attività sarà possibile intervenire in ogni momento in caso di deviazione dallo standard, senza dover successivamente recuperare il gap perso.

2. Migliorare le performance
L’automatizzazione di alcune attività consente di dirottare le risorse verso attività a maggior valore aggiunto. Gli strumenti di analisi consentono di monitorare i livelli di performance e di apportare eventuali correzioni.

3. Abbattere i costi nascosti
Accedere ai documenti cartacei richiede almeno 85 ore all’anno per ciascun dipendente. Si comprende facilmente che se si estende la riflessione all’intera azienda i numeri sono davvero fuori controllo. Adottare un percorso di dematerializzazione significa rendere l’informazione subito disponibile, senza tempi morti.

4. Incrementare il livello di sicurezza
Proprio perché le informazioni rappresentano il vero capitale dell’impresa, esso deve essere protetto per prevenire accessi non autorizzati e potenziale diffusione.

5. Incrementare la soddisfazione dei dipendenti
Il lavoro burocratico e amministrativo viene automatizzato e i dipendenti possono essere destinati ad attività a maggior valore aggiunto, con un incremento della soddisfazione lavorativa.

In conclusione

Gestire in maniera consapevole l’intero ciclo di vita dei documenti può davvero fare la differenza all’interno di una azienda. La sfida fondamentale è quella di rendere consapevoli management e utenti delle loro criticità attuali e del fatto che l’ottimizzazione dei flussi documentali potrebbe essere davvero la chiave di volta per la propria competitività e per dare risposte veloci e adeguate al mercato.

Mettere l’informazione giusta a disposizione della persona giusta nel momento giusto non è né facile né scontato, ma le soluzioni che possono aiutarvi a raggiungere questo risultato non mancano. La tua azienda ha già un sistema evoluto di gestione documentale?

Vuoi valutare quali potrebbero essere i vantaggi dell’introduzione di un Document Process Management in azienda? Stai cercando un partner che sia in grado di seguirti in tutto questo percorso proponendoti una soluzione aziendale per gestire l’informazione a 360 gradi e tutti i processi che la governanoScopri CADTEC e contattaci per intraprendere il tuo percorso verso la digitalizzazione.

Fonte dell’articolo: sito web techeconomy.it

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parti e componenti

Come ottimizzare parti e componenti con il PLM

parti e componenti

Da una indagine promossa dalla rivista tedesca Computerwoche su 200 manager, il 92% degli intervistati ritiene che la loro attività sia fortemente condizionata da dati di scarsa qualità, di cui un picco si rileva nella gestione di parti e componenti duplicati.

Una gestione di dati di qualità è in grado di supportare e definire processi aziendali efficienti che creano valore e di coordinare le differenti aree dell’azienda (R&D, Industrializzazione, Acquisti, Produzione, Service).

Quali le sfide da affrontare nella gestione di parti e componenti?

  • I duplicati sono costosi! Riprogettare e ricodificare più volte i componenti è dispendioso perché ciascuno deve essere codificato, gestito nell’ERP, acquistato nel caso di tratti di articoli commerciali.
  • Le parti devono essere sincronizzate nei vari sistemi IT aziendali (sistema CAD, sistema gestionale, CRM, software per la industrializzazione…): non è pensabile affidare questo lavoro alla semplice digitazione manuale o a comunicazioni interne non documentate adeguatamente. L’errore umano potrebbe compromettere la qualità del dato, con notevoli costi per il recupero.
  • Il coordinamento tra le varie aree aziendali è essenziale e si concretizza con la condivisione della conoscenza (R&D, Acquisti, Produzione, Service, etc…).

Ma come ottenere dati di alta qualità?

La corretta classificazione dei componenti è il primo passo: ognuno di essi deve essere classificato in modo univoco, con tutte le sue caratteristiche tecniche. Lo strumento che ci aiuta in questo compito è senza dubbio il PLM.
La ricerca scientifica citata e l’esperienza concordano ampiamente quando si tratta di valutare i componenti da riutilizzare. Il numero di doppioni (sia di progettazione che di commercio) è molto alto: grazie a una gestione ottimizzata è possibile risparmiare fino al 20% dei componenti e dei relativi costi di gestione!

I vantaggi di un sistema di Product Lifecycle Management PLM

Le soluzioni PLM si sono dimostrate efficaci per consentire alle aziende di riutilizzare parti già progettate, in modo sistematico e preciso.

Infatti, tra i principali vantaggi possiamo elencare:

  • consentono una panoramica di tutte le parti e di tutti i componenti, indicando il modo in cui vengono usati.
  • utilizzano gli elenchi delle caratteristiche secondo la norma DIN 4000 e integrando la classificazione internazionale eCl@ss.
  • incorporano funzioni di ricerca per il facile recupero di parti e componenti acquistati da fornitori esterni.
  • utilizzano le funzionalità di ricerca geometrica per identificare componenti simili.
  • garantiscono descrizioni multilingua, evitando barriere linguistiche e territoriali.
  • favoriscono l’utilizzo della medesima terminologia all’interno di tutti i dipartimenti aziendali.

Oltre alla fornitura dei dati, le soluzioni PLM vengono impiegate anche per gestire e documentare i processi di sviluppo e assicurare che vengano rispettate le regole per il riutilizzo dei componenti.

Alcune testimonianze di chi già utilizza PRO.FILE per la gestione di parti e componenti

Ecco alcune dichiarazioni di aziende che già utilizzano la soluzione PRO.FILE e  sfruttano, quindi, la possibilità di classificare correttamente i dati di prodotto:

Plant Production Manager – Azienda produttrice di componenti idraulici in serie

“Il Classificatore del PLM, con la gestione delle caratteristiche delle classi di componenti, ci ha permesso di ottimizzare i nostri elenchi dei componenti.
Le voci ripetute e quelle alternative sono state indentificate e ottimizzate. Solo presso un nostro stabilimento a Kraichtal (Germania) siamo stati in grado di ridurre il numero di componenti di 300 unità”

Operations Manager – Azienda produttrice di Sistemi di backup su nastro 

“Con il PLM, siamo stati in grado di ridurre il tempo dedicato alla gestione dei dati tecnici dei componenti e della distinta base del 40-50%. Avere le voci corrette e aggiornate nel sistema PLM riduce il tempo necessario a mantenere aggiornati gli elenchi dei componenti del 30%”.

PLM & CAD Manager – Azienda produttrice di sistemi di sospensioni su commessa per settore automotive

“L’integrazione realizzata tra SAP (ERP), PRO.FILE (PLM) e CADENAS (librerie di progettazione) ci ha permesso di ridurre il numero dei componenti acquistati del 35% in 3 anni e aumentare il riutilizzo dei nostri componenti del 20%”.

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Gestire la conoscenza per evitare sprechi in progettazione e freni all’innovazione

Innovare non significa solamente proporre sul mercato prodotti o servizi differenti rispetto ai competitor, ma significa rendere le buone idee sviluppate una parte solida e robusta all’interno della struttura aziendale, struttura che le deve mantenere vive e vitali nel corso del tempo.

L’innovazione deve essere sostenibile

L’innovazione quindi deve essere sostenibile, come dice il Prof. Terzi del Politecnico di Milano, e supportata da strumenti e modelli strutturati per lo sviluppo prodotto: logiche lean per rendere la progettazione più flessibile e agile, tecniche e strumenti sofisticati da applicare al design (CAE, CAS e KBE), pratiche per l’innovazione sistematica come il metodo TRIZ e strumenti di gestione dei dati e della conoscenza come il PDM e il PLM.
Tutti questi strumenti, tuttavia, sono ben lontani dall’essere applicati in modo sistematico nella quotidiana realtà italiana.

Da una indagine condotta dall’Osservatorio Ge.Co. sul tema Innovazione e Sviluppo Prodotto su un campione di imprese italiane, le criticità organizzative che emergono sono:

  • Continue richieste di modifiche di progetti di sviluppo in corso d’opera con inevitabile allungamento dei tempi previsti (per il quasi 100% delle aziende intervistate).
  • Costante sforamento del budget iniziale di progetto e impossibilità di gestire adeguatamente il tempo e le mansioni dei progettisti (per oltre l’80% del campione).
  • Le attività di tipo “burocratico”, la stesura di documenti e i report da compilare periodicamente: queste spostano l’attenzione dal processo di sviluppo verso attività non strettamente necessarie e un allungamento dei tempi di sviluppo è inevitabile (per oltre il 50% del campione).

A queste si sommano anche una serie di criticità operative:

  • Definizione di ruoli e responsabilità non certa, con stagnazione del progetto e decisioni ritardate (per il 50% delle imprese che hanno partecipato all’indagine).
  • Difficoltà di riutilizzo di componenti o progetti già realizzati, ciò significa conoscenza non condivisa e sprecata (per oltre il 50%).
  • Sistemi IT presenti non sono compatibili e in connessione tra loro costringendo a lavori di codifica manuale con rischio di errori e omissioni (per il 40% del campione).

Cosa manca nel processo di innovazione?

Qual è il comune denominatore evidenziato nelle criticità elencate? La (mancata o solo parziale) gestione della conoscenza: catturarla, gestirla, rappresentarla e analizzarla, recuperarla e riutilizzarla. Che sia conoscenza personale o aziendale, che derivi dallo sviluppo di nuovi progetti o da progetti già completati, che sia strutturata o destrutturata, la conoscenza va e deve essere gestita per creare valore aggiunto e una base per l’innovazione e lo sviluppo prodotto.
Uno strumento di collaborazione e accumulo della conoscenza è il PLM (Product Lifecycle Management) per la gestione del ciclo di vita del prodotto e la sua piena integrazione con soluzioni ICT operative e sistemi ERP: grazie a queste soluzioni è possibile consultare e recuperare la conoscenza generata da progetti precedenti per sfruttarla nello sviluppo dei futuri progetti.

Recuperare la conoscenza e non significa NON innovare o NON creare prodotti nuovi o innovativi, significa piuttosto risparmiare tempo che può essere speso in attività più performanti, sfruttare l’esperienza precedente formalizzata, recuperare parti che rimarranno comunque inalterate nel tempo, imparare e correggere eventuali errori commessi in precedenza.

Queste soluzioni promuovono la creazione di una struttura dati coerente e un archivio di conoscenza condiviso dall’intera azienda in grado di supportare diverse esigenze di gestione dati e aggiornabile in tempo reale, facilmente accessibile.
Non solo, il PLM consente alle aziende di gestire l’intero ciclo di vita del prodotto, supportando il processo di decision making in maniera efficace e immediata.

Il ruolo del PLM nel promuovere l’innovazione

Molte volte, soprattutto nelle PMI e in alcuni settori in particolare, le potenzialità dei sistemi PLM non sono sempre comprese e a volte addirittura ‘spaventano’; tuttavia essi risultano un punto di forza determinante per promuovere l’innovazione, perché i ruoli sono chiari e determinati, il recupero della conoscenza e la collaborazione immediati, il tempo di sviluppo prodotto si può concentrare esclusivamente su attività di valore. Nessun cliente finale è disposto a pagare per sprechi, inefficienze e attività burocratiche.

Alcuni imperativi per l’introduzione di una soluzione PLM:

  1. informatizzare e digitalizzare;
  2. formalizzare i processi e le fonti di conoscenza;
  3. basare i progetti su conoscenza sviluppata precedentemente, limitando l’esclusiva dipendenza dalla variabile “esperienza umana”;
  4. evitare strumenti non condivisi e non facilmente accessibili e/o interpretabili;
  5. facilitare l’estrapolazione, selezione e riutilizzo di dati, limitando il tempo necessario al reperimento di dati utili.

benefici principali:

  • riduzione di tempi e costo di sviluppo.
  • miglioramento della gestione dell’attività di progettazione.
  • miglioramento della qualità della progettazione stessa.
  • miglioramento della comunicazione tra i progettisti.

A questi si aggiungono poi:

  • l’aumento della produttività delle risorse.
  • il miglioramento della standardizzazione dei componenti.
  • il grado e la velocità di innovazione.
  • la riduzione dei costi di prodotto e del tempo delle risorse impiegate.

Concludendo…

La conoscenza è alla base di tutti i processi e le attività aziendali. E la conoscenza, in tutte le sue forme, deriva dalla valorizzazione delle persone che vivono all’interno dell’azienda: le loro competenze ed esperienze arricchiscono l’azienda, ma la mancanza di un sistema formalizzato, strutturato ed efficace di gestione della conoscenza fa sì che le conoscenze restino solo nella mente delle persone o che lo scambio sia parziale e solo verbale, magari in un momento di pausa, davanti ad una macchinetta del caffé.
Troppo spesso le aziende sono in balia delle competenze e conoscenze personali e quando le persone se ne vanno portano con sé anche tutto il loro sapere.
Ecco quindi che la ricchezza di conoscenza propria di ciascuna risorsa va trasformata e resa fruibile, accessibile a tutti, mantenibile nel tempo. Ed è proprio di qui che siamo partiti: le aziende non solo devono introdurre innovazione, ma renderla sostenibile e mantenerla nel tempo.

La tua azienda ha bisogno di riorganizzare la gestione della conoscenza e potenziare la collaborazione tra le risorse? Vuoi ridurre gli sprechi in progettazione e favorire il riutilizzo dei componenti? Scopri di più sulla soluzione PRO.FILE e richiedi la nostra consulenza nella riorganizzazione dei processi: richiedi una demo presso la tua sede!

Fonte dell’articolo: fabbricafuturo.it

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Digitalizzazione dei documenti: gestione strutturata o destrutturata?

La maggior parte delle relazioni di business in Italia avviene mediante gestione cartacea, ma a quali costi?

Relazionarsi con tutti gli attori del nostro business in modo più efficace ed efficiente è sicuramente un obiettivo da perseguire per ogni azienda perché porta ad una riduzione sensibile dei costi diretti e indiretti e ad un aumento del fatturato. Relazionarsi significa anche gestire in modo organizzato e razionale tutte le informazioni e i servizi (contratti, ordini, spedizioni, fatturazione e pagamenti).
Ma allora perché in Italia la maggior parte di questi rapporti viene gestita su supporto cartaceo? Tonnellate di documenti, stampati, inviati e scambiati a mezzo mail, catalogati, archiviati: a quali costi (materiali, duplicazione, risorse impegnate in attività a basso valore aggiunto, spazio per gli archivi)? E i costi nascosti (margini di errore o perdita, impatto ambientale, procedure di lavoro)?

Da una ricerca dell’Osservatorio Digital innovation del POLIMI si evince che:”Chi lavora quotidianamente con le informazioni spende in media il 20-30% del tempo nel gestire informazioni e documenti che si trovano su supporto cartaceo”

Eppure gli strumenti e la normativa per la dematerializzazione dei documenti non mancano: e allora perché non intraprendere questo processo?

Come dematerializzare un documento?

Dematerializzare un documento significa convertire i documenti cartacei in documenti elettronicigestirli attraverso soluzioni software dedicatecondividerli in modo rapido e funzionale.

Una volta reso digitale il documento può anche essere inviato in conservazione digitale a norma – come previsto dalla legge italiana – per dare valore legale, fiscale e civile, al pari del documento cartaceo.

Inoltre, per qualsiasi necessità, ci si trova costretti a fare riferimento agli specialisti del prodotto, in quanto agli utenti finali non vengono dati tutti gli strumenti per riprogrammare e riadattare la soluzione prescelta.

La maggior parte dei prodotti presenti sul mercato inoltre, sono programmabili, pertanto, prima di essere perfettamente aderenti alla realtà di ogni azienda, devono essere lungamente adattati dai consulenti dell’azienda fornitrice e prevedono lunghi tempi di analisiprogrammazione, sviluppo; anche il minimo ampliamento non può essere svolto in autonomia.

La dematerializzazione 2.0

Creare dei PDF da un documento cartaceo e conservarli in un archivio digitale del File System non è sufficiente! Le informazioni contenute sono comunque statiche, non possono essere modificate, aggiornate, analizzate e rese vive: è solo una immagine statica.
Parliamo di dematerializzazione 2.0 quando la gestione dell’informazione è strutturata e dinamica: il documento elettronico viene immesso nei processi informativi e reso vivo, i dati contenuti sono leggibili, elaborabili e condivisibili in automatico. La gestione dell’informazione è così efficiente, rapida e produttiva, sia nella comunicazione interna che con gli interlocutori esterni all’organizzazione: la relazione è basata su una miglior qualità, senza attese, smarrimenti, inutili duplicati.

Digital Transformation: nuovo approccio organizzativo

Il focus si sposta dal documento al processo: non basta eliminare la carta!
Oltre ai processi di dematerializzazione dei documenti cartacei, si deve porre sempre maggiore attenzione alla standardizzazione delle procedure, più razionali e veloci, tracciabili e analizzabili: ciò garantisce trasparenza e qualità nella gestione dell’informazione, come nessuna attività manuale potrebbe mai fare.

Stampare meno carta non è l’obiettivo principale, ma solo il prodotto di una rivoluzione più ampia e di un profondo cambio organizzativo che fa parte della digital transformation.

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Fonte dell’articolo: sito web digital4.biz

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Best practice: come integrare CAD e ERP con il PLM

La comunicazione tra i diversi reparti di una azienda non sono sempre facili, per approcci differenti e per diversi modi di operare all’interno dell’organizzazione. Eppure il processo e il flusso di lavoro tra le aree R&D e progettazione, da una parte, e i reparti produttivi, supply chain e service, dall’altra, dovrebbero essere snelli e immediati. La soluzione è integrare CAD e ERP con il PLM per una condivisione totale.

Non è più possibile pensare che tutte le informazioni tecniche vengano trasferite manualmente tra i diversi sistemi informatici, con notevole dispendio di tempo e risorse umane: perché non indirizzare i propri collaboratori verso attività a maggior valore aggiunto? E l’errore umano dove lo inseriamo?

Il ruolo del PLM Product Lifecycle Management: la base per una collaborazione a prova d’errore

E’ fondamentale accelerare la condivisione dei dati per integrare CAD e ERP con il sistema PLM in uso creando una knowledge base comune.

Tutto ciò si può concretizzare nella implementazione di un sistema PLM Product Lifecycle Management: i progettisti realizzano i disegni CAD, generano i codici articolo, gestiscono le distinte base di produzione e service, scelgono i materiali, il PLM automatizza lo scambio con il sistema ERP già in uso, anche nel caso di modifiche ed aggiornamenti.

I vantaggi?

  • Articoli e codici aziendali sempre aggiornati, con sincronizzazione automatica delle caratteristiche tecniche e progettuali.
  • Distinte base BOM sempre aggiornate, con trasferimento automatico all’ERP e comparazione delle distinte base.
  • Disegni di produzione sempre aggiornati, ad uso della Produzione e della Supply Chain grazie anche alla generazione di formati neutri e alla visualizzazione immediata.

E il flusso inverso?
Per integrare CAD e ERP il flusso dev’essere bidirezionale: gli sviluppatori tecnici devono avere accesso alle informazioni sulle parti acquistate memorizzate nell’ERP e ai diversi componenti di commercio dei vari fornitori, per una gestione razionale dei costi e dei doppioni.

Ma alla fine quale sistema IT prevale?
A prevalere è sicuramente il processo: non è importante dove i dati vengono archiviati, bensì avere sempre e ovunque disponibili i dati del business per poter prendere decisioni veloci e consapevoli.

Perché scegliere PRO.FILE come ponte per integrare CAD e ERP?

La connessione di PRO.FILE con i sistemi ERP permette:

  • scambio bidirezionale di articoli, codici e descrizioni.
  • scambio bidirezionale di Distinte Base Tecniche (Engineering BOM) o di Produzione (Manufacturing BOM).
  • invio al sistema ERP di disegni in formato visualizzabile (es. PDF, Tiff, ecc..) o gli hyperlink ai disegni.
  • visualizzazione direttamente su PRO.FILE dati del sistema ERP come ad esempio prezzi, fornitori, tempi di consegna e giacenze.

Vuoi organizzare la conoscenza aziendale in modo razionale ed efficace? Vuoi migliorare la condivisione della conoscenza e lo scambio di informazioni tra le diverse aree aziendale senza ritardi e con la certezza di mettere a disposizione sempre dati aggiornati in tempo reale?

Richiedi una demo di PRO.FILE PLM presso la tua sede o chiedi maggiori informazioni per approfondire l’argomento.

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trasformazione digitale

L’Industria 4.0: si parte dalla progettazione del prodotto e del servizio

trasformazione digitale

Trasformazione digitale non significa solo cambiare ed evolvere il modo di organizzare la Produzione con l’aiuto delle nuove tecnologie interconnesse, ma riveste un aspetto fondamentale nella fase precedente, la progettazione e ingegnerizzazione del prodotto industriale.

Questa riflessione arriva direttamente dal Prof. Terzi del Politecnico di Milano che, insieme al suo team, ha condotto uno studio nell’ambito del progetto europeo Manutelligence.

Le 4 rivoluzioni progettuali

Per comprendere come si è arrivati sino a questo punto è opportuno analizzare le diverse rivoluzioni progettuali, che si sono succedute nell’ambito della progettazione nel corso degli ultimi decenni:

1. La Prima Rivoluzione Progettuale, la digitalizzazione dei disegni:
dalla progettazione su carta a quella digitale mediante CAD 2D e 3D.

2. La Seconda Rivoluzione Progettuale, la digitalizzazione dei processi:
dall’assieme CAD ai software CAM, CAE e DMU per la simulazione.

3. La Terza Rivoluzione Progettuale, la digitalizzazione della conoscenza:
l’interazione tra progettista e prodotto progettato mediante la realtà virtuale.

4. Stiamo ora vivendo la Quarta Rivoluzione Progettuale, la digitalizzazione della comunicazione:
accesso a dati e informazioni in modo facile e immediato, sempre e ovunque, impensabile sino a pochi anni fa.

Perché serve una soluzione PLM, Product Lifecycle Management

Una parte fondamentale è la scelta del software da utilizzare per la gestione dei dati e delle informazioni raccolte, in modo da garantire che esse siano utilizzabili in modo efficace ed efficiente, anche in un’ottica di miglioramento della progettazione: l’innovazione del prodotto non passa solo attraverso il know how sviluppato in fase progettuale, ma anche grazie alla conoscenza che deriva dall’utilizzo del prodotto e dal servizio correlato al prodotto stesso.

sistemi PLM per la gestione del ciclo di vita del prodotto sono lo strumento indicato per affrontare questa sfida, dalla fase di progettazione fino alle fasi di utilizzo e fine vita, con ancora maggiori potenzialità derivate dalle tecnologie IoT integrate nei prodotti connessi: i progettisti sono chiamati così a non progettare solo un prodotto, ma un connubio prodotto+servizio che fornisca valore aggiunto al cliente e si concretizzi nel processo di servitizzazione, un nuovo modello di Business per l’industria manifatturiera.

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Fonte dell’articolo: industriaitaliana.it

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5 step infallibili per gestire l’implementazione di un DMS

Introdurre un sistema di gestione documentale DMS in azienda rappresenta sempre un notevole cambio organizzativo perché avrà di certo un forte impatto nella impostazione e gestione dei processi.

Non si tratta semplicemente di passare dal documento cartaceo a al file digitale, si tratta di un cambio culturale che deve coinvolgere tutte le risorse, dal top management ai lavoratori più operativi. Un nuovo modo per gestire il lavoro quotidiano e condividere la conoscenza per farla diventare un valore aggiunto.

Gli step fondamentali

Ma quali sono i principali step per raggiungere efficacemente l’obiettivo della digital transformation?

1. Focus su esigenze e obiettivi: cosa ci serve?
Come è possibile scegliere le tecnologie e le soluzioni più adatte alla propria organizzazione se non sono chiari fin dall’inizio le esigenze interne e gli obiettivi di business? Passaggio doveroso cui spesso non si presta la dovuta attenzione.

2. Analizzare i processi di business: cosa non ci serve?
Inutile avventurarsi in soluzione complesse, troppo strutturate o che non sono in grado di supportare l’utente nel suo lavoro di tutti i giorni.
Il personale interno è sicuramente il target da coinvolgere per comprendere lo stato as is e per trarre importanti spunti, evidenziare criticità e idee di miglioramento Anche questa è conoscenza, seppur nascosta, che fa parte del valore delle imprese.

3. Definire nuovi processi
Dopo analizzato è la situazione interna, è importante iniziare a classificare la tipologia di documenti che l’organizzazione produce, con relazioni tra i flussi che il documentale dovrà gestire e facilitare: nuovi modi di produrre, attribuire, approvare, condividere e salvare documenti. I nuovi processi dovranno tenere conto delle esigenze di knowledge dell’azienda e dell’infrastruttura IT già esistente.

4. Identificare la soluzione più adeguata alle esigenze
Tradurre obiettivi e necessità aziendali in soluzioni concrete non è facile affatto. Occorre affidarsi a chi è in grado di gestire e presidiare l’intero sviluppo di change management, dalla fase di identificazione dei processi di produzione documentale, passando per quella del supporto e formazione al personale, fino ad arrivare alla fase di assistenza e monitoraggio.

5. Coinvolgere gli utenti, sempre!
La user adoption è l’ingrediente che dà effettivamente vita alla soluzione DMS adottata. Per questo è importante coinvolgere il personale in tutte le fasi in cui il suo contributo possa essere fondamentale: comprensione dei processi, di test del sistema prima della sua piena operatività, sessioni formative specifiche per sfruttare fino in fondo ciò che la soluzione prescelta può offrire. Inoltre, un flusso di comunicazione integrato che accompagni l’azienda in questa fase di cambiamento organizzativo, e che prosegua durante il corso di tutto il progetto.

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Fonte dell’articolo: sito web techeconomy.it

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digitalizzazione dei processi aziendali

Digitalizzazione dei processi aziendali: perché è importante?

digitalizzazione dei processi aziendali

Cos’è un processo?

Prima di parlare di digitalizzazione dei processi aziendali è importante comprendere cosa s’intende per processo. 
Un processo è un insieme di attività che utilizza delle risorse in fase di ingresso e le trasforma in elementi in uscita dotati di un maggior valore aggiunto.

Allora perché è importante conoscere e mappare i propri processi in azienda? Perché si parla i digitalizzazione dei processi aziendali? Solo ottimizzando questi processi ed organizzandoli in modo opportuno è possibile monitorare l’avanzamento, misurare le performance e migliorare di conseguenza i propri processi produttivi. Occorre documentare tutti i processi, da quelli più ripetitivi a quelli più creativi di tipo strategico e gestionale.

Come monitorare un processo?

La reingegnerizzazione dei processi parte della situazione corrente (AS IS) alla situazione voluta (AS TO BE): i processi attualmente in uso vengono analizzati e mappati insieme a tutti gli attori e alle attività coinvolte, fino ad una loro ottimizzazione per elaborare dei nuovi flussi di azioni e di task da svolgere.

Di questo processo fanno parte a pieno titolo anche i documenti che rappresentano l’intero patrimonio informativo di una azienda: conoscere i propri processi documentali nel dettaglio permetterà di attuare una riorganizzazione della stessa struttura organizzativa, anche in ottica di Industria 4.0. Non è più possibile dire “abbiamo sempre fatto così”, occorre invece ripensare a fondo e sradicare anche queste abitudini tramandate che possono essere ottimizzate per un pieno recupero in produttività.

Lavorare per processi significa comprendere che ciascuna attività ha bisogno di un input e di un output, ha un fornitore in fase iniziale e un cliente in fase finale: tenendo a mente questo principio e analizzando la situazione as is si scoprono ridondanze nascoste, flussi e interdipendenze, nonché le aree più critiche sulle quali intervenire.

Gli indicatori di processo e la digitalizzazione dei processi aziendali

Una volta riorganizzati i processi, si procede con l’introduzione di punti di misura KPIs (Key Performance indicators) per la verifica dei risultati raggiunti. Questi indicatori devono essere specifici, misurabili, accessibili economicamente e pertinenti alle specifiche necessità (tempi medi per emissione di offerta o conferma d’ordine, tempi di risposta a richieste e reclami, tempi medi di evasione ordini, etc…): se le misure ottenute da questi indicatori soddisfano le aspettative dell’azienda con notevole miglioramento delle performance e della produttività, siamo pronti per passare al AS TO BE.

La digitalizzazione dei documenti è di certo un argomento importante di questi tempi, ma per ottenere risultati tangibili è ancora più importante operare una digitalizzazione dei processi: solo così sarà pienamente concreto il risparmio di risorse, denaro, carta nonché l’ottenimento di maggiore competitività ed efficienza.

E i tuoi processi aziendali a che punto sono? Hai mai pensato alla loro digitalizzazione?
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Fonte dell’articolo: sito web agendadigitale.eu

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gestione dei documenti

La gestione dei documenti nelle strutture tecniche complesse

gestione dei documenti

La gestione dei documenti strutturata DMStec nelle strutture tecniche complesse

Quando si parla di aziende di ingegneria meccanica e impiantistica occorre andare oltre i semplici sistemi di gestione dei documenti: in questo caso si tratta di gestire strutture di progetti, prodotti o infrastrutture in modo indipendente dal documento e dalla sua semplice archiviazione. Insieme al PDM, questo aspetto costituisce la base per creare una strategia di processo vincente nel Product Lifecycle Management (PLM).

Perché non è conveniente utilizzare il File System?

Oggi il numero di dati e di documenti da gestire è sempre crescente e affidarsi al mero File System di Microsoft può, oltre che essere limitante, anche essere poco efficace e affidabile: errori di archiviazione, difficoltà di reperimento dell’informazione, duplicazione dei dati senza avere la certezza dell’ultima versione aggiornata, etc… Conviene correre questo rischio, a discapito della redditività stessa dell’azienda?
Basandosi su semplici sistemi documentali, invece, non è possibile sapere con immediatezza quante volte un elemento compare in un determinato impianto e dove è installato.

La gestione dei documenti strutturata: il DMStec

Le soluzioni DMStec consentono, mediante riferimenti, di creare le strutture di un prodotto, un progetto o un impianto complesso in modo indipendente dai documenti e quindi memorizzare i documenti in queste strutture. Eventuali modifiche avvengono alla fonte, con la certezza di avere sempre a disposizione la versione aggiornata: è questa la base per creare i dossier di macchina e di progetto non più statici, bensì dinamici e che siano connessi all’intero ciclo di vita del prodotto.

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Perché conviene intraprendere la dematerializzazione in azienda?

Perché scegliere la dematerializzazione?

Dematerializzare significa passare sempre più da una gestione del documento su carta ad una gestione su supporto informatico. Ma perché conviene ripensare e riorganizzare tutta la propria informazione aziendale abbandonando progressivamente il supporto cartaceo?

Una ricerca  di carattere internazionale condotta da IDC (International Data Corporation) ha rilevato che il 55% dei documenti prodotti all’interno di una azienda nasce cartaceo e continua solo così la propria vita, assorbendo nella sua gestione circa 3,6 ore/settimana per ciascun lavoratore: ciò significa difficoltà di archiviare, condividere, ricercare i dati quando servono e possibilità di perdita e/o deterioramento.  Conviene continuare su questa strada? No, e di ciò sono convinte anche le aziende intervistate dall’Osservatorio Digital Innovation del PoliMi che individuano come prioritario l’intervento in conservazione sostitutiva, workflow documentali e ricerca più efficiente; il risparmio deriverebbe da una maggiore produttività, accuratezza e ottimizzazione dello spazio.

Quanto si può risparmiare?

Innanzitutto occorre essere consapevoli di quanto tale comportamento sia gravoso sul bilancio aziendale la produzione e la gestione di un singolo documento cartaceo: alcuni studi si attestano a 2,00 €/anno per ciascun foglio, contando anche il costo del personale che viene impiegato in una attività per nulla produttiva e spesso inutile. Senza contare il costo ambientale, con una risparmio di decine di migliaia di alberi abbattuti e milioni di tonnellate di CO2 prodotta.

Oltre al risparmio meramente economico, occorre tenere in considerazione anche:

  • il recupero di produttività, con semplificazione dei processi;
  • la maggiore accessibilità e condivisione tra coloro che sono autorizzati alla visione, senza continui scambi di mail interne;
  • il potere di ricerca del Searchable Text, grazie alla scansione OCR.

Come intraprendere il processo di dematerializzazione in azienda? Scegli la competenza di CADTEC: come gestire l’informazione in azienda e tutti i flussi che la governano. Contattaci e spiegaci le tue esigenze: valuteremo insieme il percorso di digitalizzazione migliore per le tue esigenze.

Leggi l’articolo originale su TechEconomy

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