Digitalizzare è inevitabile. Ma come calcolare il Roi degli investimenti?

Il trend attuale richiede una continua evoluzione da parte delle imprese, che per stare al passo con i tempi dovrebbero investire al massimo sulle nuove tecnologie digitali.
Fattore determinante per la scelta di tale investimento sono le tempistiche di ritorno dello stesso, che possono variare in base alle dimensioni dell’azienda coinvolta.

L’importanza di una corretta valutazione

La valutazione del ROI è una procedura molto articolata. Si tratta infatti di ponderare un progetto mai gestito prima, con la forte possibilità di prendere delle decisioni fuorvianti; sia a causa della velocità con cui le nuove tecnologie si aggiornano continuamente, che per la probabilità di non riuscire a valutare nei minimi dettagli a priori un progetto, che alla fine dei conti potrebbe rivelarsi diverso dalle aspettative piuttosto che dai rendimenti previsti.

Inoltre non sempre è facile definire una correlazione tra progetti digitali e performance aziendali.

Questi i motivi principali per cui gli investimenti in questo campo sono ancora a rilento, nonostante l’evoluzione della tecnologia li renda ormai inevitabili.

Che tipo di digitalizzazione?

E’ basilare innanzitutto qualificare il tipo di digitalizzazione di cui stiamo parlando.

La scelta vincente è quella di scegliere piattaforme condivise che eliminino i silos dipartimentali, e permettano di concentrarsi sulla creazione reale di valori di dati come ad esempio l’automazione dei processi aziendali.

Le aziende crescono, si evolvono e necessitano di adattare e aggiornare a flusso continuo gli strumenti e le soluzioni IT utilizzati quotidianamente.

Ma come calcolare nel modo più realistico possibile il ROI?

Le 5 regole base per il calcolo del ROI

1. Capire dove e come è stato creato il valore.

Analizzare quindi in modo dettagliato costi e ricavi dell’azienda, per poter esaminare tutti i modi tramite i quali l’inserimento di una nuova soluzione tecnologica possa creare valore: ad esempio con l’aumento dei ricavi, oppure con l’ottimizzazione dei costi operativi.

2. Identificazione dei benefici non quantificabili

Si tratta di quei miglioramenti delle aree dell’impresa denominate “soft”, come la comunicazione e/o l’ambiente di lavoro, che se perfezionate permettono una migliore produttività e aumentano la motivazione da parte dei dipendenti.

3. Utilizzo della tecnica Delphi

Avvalendosi dell’esperienza e delle conoscenze degli addetti all’area commerciale, si riesce ad aver accesso ad una serie di importanti informazioni interne, difficilmente recuperabili tramite una ricerca tradizionale. In questo modo si possono stimare in modo più accurato costi e benefici del progetto proposto.

4. Comparazione

Confrontare cioè il progetto che si è scelto di intraprendere con altri che offrono soluzioni similari.

5. Progetti pilota

Questi offrono minori esigenze di ROI diminuendo i rischi, consentono di risolvere i bug, suggerire nuove opportunità, superare le prevedibili opposizioni interne e stabilire quindi un più esatto modello di ROI.

E i tuoi collaboratori sono pronti per affrontare l’innovazione digitale della tua azienda?

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Fonte dell’articolo: Digital4Trade

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Digitalizzazione: come si evolve il ruolo del CIO

La digitalizzazione e l’innovazione tecnologica stanno rivoluzionando il ruolo del CIO. Questo quanto emerge da una recente indagine Gartner, effettuata su più di 3.000 CIO, provenienti da 98 nazioni diverse e da svariati settori industriali.

CIO: da distributore di servizi a protagonista del cambiamento

La metamorfosi del ruolo del CIO è già in atto, e a chi ricopre questo ruolo viene richiesto di diventare un leader del cambiamento e di sostenere responsabilità crescenti e sempre più trasversali, come la gestione dell’innovazione.

“Il ruolo del CIO deve crescere e orientarsi verso la diffusione di attività digitali e tecnologie innovative, tra le quali macchine intelligenti e analytics avanzati”, ha dichiarato Andy Rowsell-Jones, vice presidente di Gartner. “La distribuzione di servizi IT rimane tra le responsabilità del CIO, ma c’è una maggiore enfasi sul raggiungimento di una serie molto più ampia di obiettivi di business”.

Innovazione e trasformazione: le nuove aree di sviluppo del ruolo del CIO

Nelle aziende dove il passaggio alla digitalizzazione è ormai una realtà concreta, i CIO sono sempre più focalizzati verso gli obiettivi di business. Sono perciò valutati maggiormente sui servizi che riescono ad integrare, piuttosto che dal punto vista legato ai tradizionali confini di distribuzione di servizi.

E’ una questione di competenze

Non tutte le tecnologie che stanno prendendo piede nella realtà quotidiana, sono però sempre così semplici e immediate da assimilare, ma alcune necessitano dell’acquisizione di nuove conoscenze.
Il CIO diventa quindi, grazie alla digitalizzazione, parte integrante e di connessione per lo sviluppo di una nuova solida realtà, costituita da dati sicuri e flussi di informazioni condivisi, che consentono di apportare a tutte le informazioni aziendali un nuovo e determinante valore aggiunto.

E la tua azienda è al passo con le nuove tecnologie? Riesce a far fluire in modo semplice ed immediato le informazioni e i dati aziendali?

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Fonte dell’articolo: cwi.it

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Fattura elettronica: la nuova cultura che avanza

Che cos’è la fattura elettronica

Con “fatturazione elettronica” si intende l’intero processo che ha inizio con la generazione, prosegue con l’emissione/ricezione e termina con la conservazione secondo norma, per 10 anni.

La fattura elettronica viene definita nel nostro quadro legislativo come “un file firmato digitalmente, oppure” un tracciato record inviato via EDIo ancora “qualsiasi altro tipo di fattura digitale che il destinatario, in base ai processi di business che ha sviluppato, riconosce, paga e porta in conservazione

Per entrare nel dettaglio e analizzare gli aspetti fondamentali, è importante puntualizzare la differenza tra Fatture elettroniche verso PA e Fatture elettroniche verso un’impresa.

La fattura elettronica verso la Pubblica Amministrazione

Da marzo 2015 tutte le fatture emesse verso la PA in Italia sono per legge, elettroniche. Non si tratta di semplici file che vengono allegati ad una mail, ma di vere e proprie fatture in formato digitale, che devono rispettare tutti i seguenti parametri:

  • Struttura secondo il linguaggio standard .XML;
  • Firma digitale dell’ente, impresa che ha generato la fattura;
  • Obbligo di conservazione in formato digitale ai fini fiscali per 10 anni.

Vantaggi per la PA

  • Abbattimento dei costi legati alla stampa, e dei tempi di registrazione dati;
  • Possibilità di verifica immediata della correttezza dei dati riportati in fattura;
  • Eliminazione degli archivi cartacei, grazie alla conservazione digitale con conseguente riduzione degli spazi necessari e del tempo dedicato alla catalogazione e ricerca dei documenti.

La fattura elettronica B2B

Le fatture elettroniche B2B, ovvero quelle emesse da un’impresa verso un’altra impresa, possono essere di 3 tipi:

  • Analoghe alle fatture verso PA (linguaggio XML, firma digitale, obbligo conservazione);
  • Fatture tramite EDI (differiscono dalle precedenti per la mancanza dell’obbligo di firma digitale);
  • Fatture non cartacee (non necessariamente in formato XML, né firmate digitalmente).

Affinché le fatture elettroniche portino reali benefici, è necessario che il loro formato sia elaborabile dai sistemi informativi, in modo da evitare la trascrizione manuale.
Proprio per questo la forma più efficace di Fatturazione Elettronica è quella che prevede la costruzione di un processo digitale completo per la generazione, l’emissione, la ricezione, la gestione e la conservazione delle Fatture in formato elettronico.

Vantaggi della fatturazione elettronica nel B2B

La fatturazione elettronica si dimostra conveniente per tutte le tipologie di aziende, dalle più modeste, a quelle di dimensioni più grandi. Ecco un breve elenco di alcuni dei benefici che coinvolgono tutte le imprese:

  • Incentivi fiscali: chi adotta questo sistema è esonerato dall’invio trimestrale dei dati IVA (attiva e passiva);
  • Abbattimento dei costi relativi a:
    •  Impiego manodopera per attività manuali di stampa e imbustamento, consegna, invio documento tramite mail, grazie all’automazione dei processi, con la conseguente possibilità di   dedicare il tempo ad attività più rilevanti;
    • Gestione della relazione con il cliente (tempi dedicati alle verifiche dell’arrivo delle fatture, della presa in carico, del pagamento delle stesse, …);
    • Gestione della conservazione e quindi dell’archivio cartaceo.

Adottare la fatturazione elettronica comporta una sostanziale rivisitazione delle impostazioni tradizionali. Diventa dunque fondamentale introdurre nuovi modelli aziendali, creare una nuova cultura digitale, investire sulle nuove opportunità presenti sul mercato rivalutando processi e procedure.
Un rinnovamento che ha tutte le carte in regola per portare innumerevoli vantaggi, grazie ai quali gli investimenti potranno essere largamente ricompensati.

E’ questo il momento giusto per affrontare la fatturazione elettronica?

Senza alcun dubbio… Sì! questo è il momento giusto per partire, o quantomeno di entrare nell’ottica dell’eliminazione della carta, dedicandosi all’individuazione della soluzione ottimale per la propria azienda.

Innanzitutto occorre affrontare il passaggio dalle fatture analogiche a quelle elettroniche in formato elaborabile, sia dal lato attivo che passivo. Una volta superato questo primo gradino, si può procedere per step, andando successivamente a prendere in esame l’intero ciclo Ordine Pagamento, anziché agire sui singoli documenti (ordine, ddt, fattura, …), con l’obiettivo di digitalizzare la relazione con il maggior numero possibile di clienti/fornitori, e poter così approcciare nel modo migliore confluendo tutti gli sforzi in un metodo innovativo ampio ed integrato.

Piccoli semplici passi, che una volta completati spianeranno la strada per successivi adattamenti migliorativi che permetteranno di focalizzarsi sull’implementazione di soluzioni più mirate, ottimizzando così anche i costi del processo.

La fattura elettronica nell’Agenda Digitale Italiana

L’argomento della fatturazione elettronica non è smisuratamente ampio o estremamente complesso, ma normativamente rappresenta un fulcro dell’Agenda Digitale Italiana, si trova infatti nell’intersezione di molteplici importanti tematiche che impattano sullo sviluppo competitivo del nostro Paese, tra i quali:

  • La scalabilità nelle infrastrutture della Pubblica Amministrazione (che in cicli digitali “Procure-to-Pay” può costruire modelli gestionali efficaci per relazionarsi in trasparenza con clienti e fornitori);
  • il monitoraggio della Spesa Pubblica (incrociando i dati di Fatturazione con quelli di Ordinato);
  • la riduzione dei tempi di pagamento, con la possibilità di misurarli in modo evidente;
  • il cambio di orientamento dell’ Agenzia delle Entrate, da verificatore a consulente tributario (comunicando che cosa si aspetta dai contribuenti, prima che versino, piuttosto che verificando a posteriori quanto possibile);
  • il contenimento dell’evasione fiscale (portando trasparenza nelle relazioni commerciali e nei flussi di fatturazione, monitorando il cosiddetto Gap IVA);
  • la crescita digitale del Paese (tanto negli indicatori europei, quanto – elemento ancora più importante – nella cultura di imprese, PA e cittadini);
  • una migliore gestione strategica della macchina burocratica (che non deve portare alla trasposizione della complessità attuale sugli strumenti digitali, ma alla semplificazione continua che un ecosistema digitale ben governato può facilmente consentire);
  • la complessiva maggiore attrattività del Sistema Paese (in quanto inversamente proporzionale al suo grado di burocratizzazione);
  • […]

Uno degli obiettivi principali rimane dunque la diffusione pervasiva attraverso modelli corretti di adozione, per una semplificazione più radicata di tutti i processi, al fine di eliminare processi ibridi “cartacei – digitali”.

Esiste quindi la possibilità di effettuare un passaggio graduale, fattibile grazie alle soluzioni scalabili presenti sul mercato, che permettono di approcciarsi in modo graduale a questo importante e necessario cambiamento, ma che necessita senza ombra di dubbio delle giuste valutazioni a priori, grazie alle quali è possibile scegliere la soluzione più adatta alle esigenze di ogni singola azienda.

E la tua azienda è pronta per intraprendere questo cambiamento?

Noi di Cadtec siamo disponibili per accompagnarti in questa analisi e supportarti con i nostri tecnici, per sostenerti nella valutazione dell’introduzione di una soluzione mirata che ti semplifichi il lavoro quotidiano, permettendoti di interagire nel migliore dei modi con i tuoi colleghi, oltre che con tutte le realtà aziendali con cui ti interfacci regolarmente.

Fonte dell’articolo: Agenda Digitale.

L’era della dematerializzazione e la rivisitazione dell’utilizzo della carta

Oggetto delle più svariate teorie, alcune delle quali più o meno futuristiche come la società senza contanti, o le fabbriche di robot che prendono il posto degli uomini, la dematerializzazione è uno degli argomenti che stanno diventando sempre più attuali.

Le teorie futuristiche sulla scomparsa della carta

Varie le ipotesi prese in considerazione su questa materia, tra le quali quella dello scienziato dell’informazione anglo-americana Frederick Wilfrid Lancaster, il quale aveva previsto intorno agli anni 70, suscitando molto interesse da parte di media e accademie, che la carta sarebbe totalmente scomparsa entro la fine del diciannovesimo secolo, per poi ritardare le previsioni e posticiparle al 2090.

Una pesante eredità

Allo stato attuale, la larghissima diffusione dei dispositivi digitali, in aggiunta alla grande innovazione denominata Cloud, sembra voler fare il possibile per andare incontro alle previsioni dello scienziato, ma cavalcando il trend attuale, a quanto pare la carta è destinata a farci compagnia ancora per un bel po’, seppur in modo più moderato.

In alcuni e non troppo isolati casi, la predisposizione al passaggio digitale è ancora contenuta. Basti pensare ad esempio ai numerosi lettori appassionati alle letture dei libri “old style”, piuttosto che tribunali o i molteplici uffici pubblici dove i faldoni di carta, per obbligo o per scelta sono ancora una solida e pesante consuetudine.

I punti chiave della dematerializzazione

Sta di fatto però che l’utilizzo della carta è stato senza dubbio rivalutato, grazie anche alle tecnologie sempre più avanzate che supportano ampiamente questa tendenza. La dematerializzazione dei documenti nel settore B2B, grande innovazione che sta portando una migliore organizzazione, maggior sicurezza dei dati ed una perfetta integrazione digitale di tutti gli archivi.
Questo permette una maggior produttività individuale e aziendale. Oltre che un minore impatto ambientale, argomento che desta sempre maggior sensibilità.

L’impresa italiana, al passo con questo importante trend, nel 2017 ha finalizzato il 40% degli investimenti ai processi di digitalizzazione.
Importanti realtà italiane hanno già fatto passi avanti nell’ottica della dematerializzazione, come la Pubblica Amministrazione con la fatturazione elettronica, o il sistema Sanitario con l’introduzione del fascicolo sanitario elettronico, ad oggi attivo in 10 Regioni.

Benché sembri che la carta non voglia abbandonarci, la digitalizzazione sta facendo parecchi passi avanti e anche la sensibilità delle aziende italiane è sempre più ampia.
E la tua azienda come si sta adattando al nuovo trend? Ha già compreso le potenzialità che potrebbero nascere dalla digitalizzazione delle informazioni e dei processi?

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Fonte dell’articolo: Repubblica.it